Sindaco Funelli siamo a pochi mesi dal termine del suo secondo mandato. Che consuntivo ne trae?
“Dal punto di vista strettamente personale è stata un’esperienza intensa che mi ha insegnato molto e dato incredibili soddisfazioni anche se ha comportato molti più sacrifici di quello che normalmente si crede, soprattutto limitando il tempo per la famiglia”.
E sul fronte politico amministartivo?
“Su questo versante, non credo sia corretto che sia io a giudicare il mio operato e quello altrettanto importante degli amici e compagni che si sono impegnati insieme a me in questa avventura”.
No comment allora?
“Se proprio devo esprimere una valutazione farò mia quella che è emersa dall’iniziativa che i Ds marignanesi hanno dato in occasione della conferenza “La Città Ideale”, tenutasi il 30 maggio scorso, dove è stata espressa la consapevolezza che San Giovanni da sempre è stata ben amministrata e che si vuole lavorare per dare continuità a questo percorso amministrativo. Anche i partiti della coalizione, Margherita e repubblicani, hanno sottolineato il buon lavoro portato avanti in questi ultimi anni da questa coalizione che per San Giovanni era una novità. Gli stessi Comunisti Italiani quella sera hanno avuto parole positive sul livello di vita che i marignanesi hanno”.
Ma se dovesse definire con poche parole caratterizzanti il suo mandato?
“Adattarei uno slogan consolidato: “Continuità ed innovazione”, dove la continuità è rappresentata dai valori che hanno da sempre guidato la sinistra di governo, solidarietà, giustizia ed inclusione sociale, formazione di alta qualità, amministrazione al servizio del cittadino, mentre l’innovazione è rappresentata dal saperli interpretare in maniera dinamica sapendo che la comunità marignanese di oggi è già diversa da quella di 5 anni fa. Se poi dovessi usare dei verbi userei: fare per la prima parte, progettare per la seconda”.
Più specificatamente?
“Solo per citare le infrastrutture più costose direi la scuola, il palazzetto comunale, i dieci chilometri di piste ciclabili, il completamente sul nostro territorio della Strada Provinciale 17, tutti i sottoservizi come fognature e acquedotti, il recupero del centro storico e infine, in ordine di tempo, il nuovo arredo di piazza Silvagni. Per il progettare, occorre individuare nel territorio la fortuna della nostra comunità, ma dandogli un utilizzo che non faccia solo la fortuna di chi lo possiede, ma che crei economia e benessere diffuso a tutta la città, dandogli il ruolo di porta della Valconca”.
Cosi si introduce il tema del futuro. San Giovanni sembra interessare molto nel mantenimento degli equilibri politici provinciali. La Margherita non nasconde il suo interesse ad avere il sindaco. Il suo parere?
“Anch’io ho letto sui giornali qualche cosa in proposito. Mi pare però sia più farina del sacco provinciale. La questione è malposta. Voglio trarre da questa questione una considerazione: nella gerarchia geopolitica Riminese, San Giovanni è passato nei comuni di prima fascia. Questo è un indice del fatto che San Giovanni ha aumentato la sua importanza”.
Sindaco Ds anche questo giro allora?
“Sono il meno indicato a parlare di questo, le variabili sono molte. Penso però che se partiamo dalla maglia che deve avere il sindaco si parta nella maniera sbagliata. Anche nel calcio prima si parte dalle caratteristiche dell’uomo poi gli si mette la maglia, che in questo caso non è nè Ds, nè Margherita, nè altra, ma deve essere quella del centrosinistra o, se siamo bravi, quella dell’Ulivo. Dirò di più, potrebbe essere riduttivo cercare la persona solo tra coloro che hanno tessere di partito”.
Qualche consiglio al nuovo sindaco?
“I consigli si danno solo se richiesti”.
Allora mettiamola così: in quale San Giovanni vorrebbe continuare a vivere?
Una San Giovanni di queste dimensioni o poco più, che è città per i servizi che offre e per le relazioni umane che ci sono al suo interno. Una città che continua a dare sicurezza non solo in termine di ordine pubblico, ma anche intesa come occupazione, servizi, diritto alla casa, sostegno a chi è in difficoltà, promozione culturale e sportiva. Una città che continui ad essere polo industriale di primo piano, ma che sia anche preludio delle bellezze naturalistiche, architettoniche, storiche e culturali del nostro entroterra. Per questo assieme agli altri 15 comuni dell’entroterra si è presentato un programma d’area in Regione per poter essere la terza gamba del turismo riminese: dopo quello balneare e congressuale: quello dell’entroterra.
E il suo futuro, sindaco?
“Non posso definirlo da solo: a me spetta, come i sindaci che mi hanno preceduto, dare la mia disponibilità a fare altre esperienze. Se questo sia opportuno o no lo deciderò con i Ds, marignanesi in primis, che sono coloro che fino ad oggi hanno creduto e investito sulle mie capacità”.