Energia Grandi discussioni queste settimane a Riccione e dintorni, al centro di tutto questo il progetto di Hera (ex Amia) per realizzare una centrale elettrica alimentata a gas metano per la produzione e la vendita di energia, il business del terzo millennio; finalmente ci si è accorti che la zona di Raibano è già compromessa dalla presenza dell’inceneritore e compressa tra autostrada e zone artigianali e qualcuno, sindaco in testa, comincia a protestare. Contro chi? Contro se stessi, e questo per due motivi: il primo è che il progetto della centrale faceva parte del piano industriale di Amia che i consigli comunali hanno votato due anni orsono; il secondo è che Riccione, come le vicine Misano e Coriano sono socie di Hera, quindi la protesta è indirizzata contro quel consiglio di amministrazione che rappresenta tutti i soci, compresi i comuni citati. Se la centrale non si farà, sarà un bel risultato, ma resterà la magra figura di coloro che votano a scatola chiusa, sia tra i banchi della maggioranza, sia dell’opposizione.
Rifiuti La stessa cosa potrebbe succedere per la quarta linea dell’inceneritore, con la differenza che non ci sarà quella unanimità che serve tra le forze politiche per opporsi in maniera efficace al progetto, quindi giù “mondezza”. Prima di realizzare un altro impianto occorre chiedersi se quegli attuali danno garanzie di carattere ambientale e di corretto funzionamento, se le quantità di rifiuti aumenteranno in maniera tale da giustificare un nuovo impianto, se si sta facendo di tutto per potenziare e ottimizzare la raccolta differenziata. Fare un nuovo impianto potrebbe voler dire chiudere le prime due linee oramai obsolete e limitate, ma come per la centrale elettrica, quando è stata l’ora di votare il piano dell’Amia, chi tra i consiglieri comunali ha fatto queste riflessioni? La scelta di fare la mega azienda Hera è stata fatta a discapito di quelle comunità locali che non potranno mai opporsi ai megaprogetti proposti dai comuni più grossi, da Bologna fino a Rimini; Hera, la più grande opera di consociativismo tra centrodestra (Guazzaloca di Bologna) e il centrosinistra emiliano romagnolo.
Aiuto Polizia?
– E’ strano (o forse strumentale) come con l’Ulivo al Governo (nazionale) Forza Italia di Riccione gridava allo scandalo se non si fosse insediato il commissariato estivo della Polizia di Stato, presentando Riccione come una città dove il crimine regna sovrano. Con il cavaliere Silvio Berlusconi al governo, per i forzisti riccionesi il commissariato non è necessario, soprattutto se l’attuale ministro dell’Interno dice che forse non serve. Il sindaco Imola (così come i suoi predecessori) ha tenuto una condotta lineare, non inchinandosi a nessuno, lavorando per una città sicura, discutendo in maniera critica e costruttiva con tutti i governi, quello attuale e i precedenti; ma ora che c’è Lui (il cavaliere) per i forzisti resta solo da obbedire.