– Sarà una battaglia la quarta linea dell’inceneritore, dagli esiti politici creativi. Trasversalmente spaccato il Consiglio provinciale, con il presidente Nando Fabbri, fiancheggiatore del piano industriale di Hera, favorevole al quarto forno. Dall’altra, contrari, i comuni di Riccione, Misano e Coriano.
– Stefano Albani, sposato, una figlia, uno dei leader dei Verdi di Riccione, nonché componente del consiglio d’amministrazione dell’Ato (Agenzia d’ambito territoriale ottimale).
Qual è la posizione del problema?
“Il problema forte è che Hera si vuole sostituire alla politica che ha le competenze per il Piano provinciale dei rifiuti. Con la costruzione del quarto forno, Hera chiede di fissare a 220.000 tonnellate la quantità di rifiuto da incenerire. La battaglia è invece smaltire 130-140.000 tonnellate, poco di più della quantità odierna, 120.000. Questo consentirebbe di costruire il quarto forno e di chiudere i due vecchi: obsoleti, insicuri, e di vecchia concezione tecnologica. Noi su questa partita abbiamo costruito la nostra campagna eletorale e siamo stati premiati dai cittadini. E tale posizione è sostenuta anche dai Consigli comunali di Riccione, Misano e Coriano, nei cui territori ricadono le conseguenze dell’inceneritore di Raibano.
Con il quarto inceneritore che deve lavorare in sicurezza ed essere costruito, oltre che con tecnologia all’avanguardia anche con il meno impatto ambientale possibile
Dall’altra parte va intensificata la raccolta differenziata”.
Che cosa devono fare i tre Comuni per contrapporsi alla Provincia e ad Hera?
“Continuare a mantenere la posizione di oggi. Tutt’e tre hanno poco peso nel capitale di Hera, ma devono mantenere le posizioni semplicemente perché sono giuste”.
Quali sono i rischi con le quattro linee a pieno regime?
“Se i 4 forni restano in funzione signficica che si possono smaltire le 220.000 tonnelleate. Quando nella provincia di Rimini, dopo il boom degli anni ’90, ultimamente la produzione dei rifiuti si è arrestata. Questo vuol dire che a Raibano si brucerà la nettezza urbana che arriva da fuori. Credo proprio che la politica debba fissare i paletti e le quantità”.
Quali conseguenze politiche ci sarebbero se passassae la proposta di Hera e Nando Fabbri?
“Un problema politico enorme. Non è assolutamente possibile passarci sopra”.
Quale direzione dovrebbe seguire la politica sullo smaltimento rifiuto?
“Quello culturale. E spetta alla politica, verdi o non verdi. Non è vero che la raccolta diferenziata costa più della raccolta-smaltimento o incenerimento. Costa di più se è fatta male. E dove la differenziata arriva al 60-70% costa sempre meno dei dati forniti da Hera. Noi, culturalmente, dobbiamo abituarci a dare un valore ai contenitori. Ad esempio, in Germania si paga una cauzione alle bottiglie di plastica, come per il vetro”.
di Claudio Saponi