– Sul palcoscenico politico di Morciano-Valconca arriva un nuovo protagonista: l’Udc, il partito che a livello nazionale ha nell’asse Casini-Follini gli uomini da copertina.
Gli uomini di spicco a livello locale sono Ezio Angelini (il coordinatore) e Giuseppe (per gli amici Peppe) Roberti.
Sposato, un figlio, tennista forte e raffinato, un’eleganza attenta e dissimulata, Roberti è un professore in pensione. Senza dubbio è una delle menti politiche, e non solo, più attente del Riminese. Se si mette di buzzo buono è capace di farti perdere un’elezione. E’ stato nel cuore del potere romano. A cavallo tra gli anni ’90 ha ricoperto il ruolo di segretario del vice-ministro Nino Cristofori, un andreottiano. Politicamente cattolico, ha amicizie trasversali. Non è un caso che è stato insignito del Cavalierato della Repubblica sotto la presidenza del Consiglio di Massimo D’Alema. L’ultima onorificenza prestigiosa assegnatagli: commendatore di Sant’Agata (Stato di San Marino).
Che cos’è questo Udc morcianese?
“Un gruppo di amici di estrazione culturale cattolica, liberale, laica, sindacale che si sono messi insieme. Diciamo che apparteniamo al ceto medio, con esperienze trasversali. Noi vogliamo portare un contributo di qualità alla dialettica politica morcianese e di vallata”.
A chi guardate politicamente a livello locale?
“La nostra collocazione naturale è al centro, di mediazione. Oggi, purtroppo non c’è più la mediazione, intesa come salvaguardia di tutti gli interessi. Ma si deve stare o di qua, o di là. A livello nazionale ci si colloca nel centrodestra. Mentre nei discorsi a livello locale, con le liste civiche, si può uscire dallo schieramento bi-polare”.
Quali sono i vostri punti forti per Morciano?
“Dire vogliamo attenzione per il sociale, una intelligente soluzione per la Ghigi, più sviluppo economico, potenziare il commercio, il ponte sul Conca, è cosa banale. E’ normale che si vogliano. Il problema vero è come si fanno le cose”.
Quale riflessione su questa giunta guidata da Giorgio Ciotti?
“Sicuramente ha lavorato. Ciotti è intelligente. Capace da un punto di vista politico ed amministrativo. Ma l’ho visto isolato; troppo solo. Non so se per scelte sue, o per ragioni di lista. Quindi ha avuto un atteggiamento berlusconiano nella gestione della cosa pubblica. Ha accentuato se stesso. Lo conosco da sempre e questo mi fa dire che è un uomo con il quale si può collaborare. Credo che un contributo di area moderata, con esperienze varie, imprenditoriali, sindacali, produttive, dalle professioni, possa essere utile anche per lui. I contenuti sono importanti, ma anche la forma, la qualità del contenitore lo è. Anzi, non c’è il contenuto se il contenitore non è di qualità. Tradotto in filosofia abbiamo il pensiero forte di Kant. Ed un po’ più di qualità non sarebbe male: una piazza si può fare, ma si può fare anche bella”.