– Il primo ministro tedesco Gerard Schroeder con la moglie Doris e la figlia Klara hanno appena finito il periodo di vacanze trascorso nella villa di Bruno Bruni sul colle San Bartolo a Pesaro. La conoscenza e l’amicizia dell’artista con Schroeder, allora giovane emergente della sinistra tedesca, risale al 1978. Bruno Bruni nasce a Gradara nel 1935, trascorre la gioventù a Cattolica con la famiglia (Emidio, uno dei quattro fratelli, diverrà senatore della Repubblica).
Compie i suoi studi presso l’Istituto d’Arte Mengaroni di Pesaro, dove avviene la sua formazione artistica avvalendosi di docenti eccezionali, quali lo scultore Giuliano Vangi, i pittori Alessandro Gallucci e Ciro Pavisa, i ceramisti Luciano Vichi, Guido Andreani (già punto di forza della storica fabbrica pesarese ‘Mengaroni’) e Giancarlo Polidori (in seguito direttore dei musei cittadini). Risiede per un certo periodo e frequenta l’ambiente artistico di Urbino. Nel ‘Giardino d’Inverno’ del Palazzo Ducale allestisce la sua prima mostra. Altre ne seguiranno a Gradara e a Pesaro.
Nel 1959 grazie ad un biglietto aereo offertogli dall’amico Riccardo Olmeda, allora direttore di un’agenzia turistica di Cattolica, si trasferisce a Londra. Una borsa di studio per l’Accademia delle Belle Arti di Amburgo lo porta in Germania, dove per mantenersi si adatta a fare contemporaneamente anche il lavapiatti e lo scaricatore di porto. Nel 1967 gli viene assegnato il premio ‘Lichtwark’. Nel 1970 in occasione di una mostra presso la ‘Galleria dell’incisione’ di Roma, un importante riconoscimento gli viene da Renato Guttuso che rileva il “segno raffinatissimo” delle immagini. Per la litografia vince nel 1977 il premio ‘Senefelder’.
Gli anni di accademia completano e indirizzano la sua formazione artistica. Tronca con le radici culturali della scuola pesarese e impara ad apprezzare gli espressionisti tedeschi, quel realismo espressionista perseguito e proibito da Hitler, che Bruni nelle sue opere, rielabora addolcendolo con reminiscenze del 400 botticelliano in una ricca serie di disegni, gouaches e litografie, sul tema politico e mafioso. Tra le altre vengono proposte le figure di Anna Frank, del ‘Che’ Guevara e teorie di cappotti, sciarpe, baveri che vestono visi appena sfumati sotto vistosi cappelli ‘Borsalino’ tanto cari ai mafiosi.
La fama e le opere dell’artista cominciano a diffondersi. Egli prende stabile dimora in Amburgo dove allestisce un elegante atelier. Usa quasi tutte le tecniche artistiche dalla litografia alla scultura, la serigrafia, il collage, l’acquerello, l’acquaforte, i disegni a penna e a pastello e la grafica nelle sue svariate forme. I soggetti, in bianco e nero e a colori, sono cose e personaggi presi dalla vita, dalla storia recente e delicati ‘nudi’ dai tenui colori. Le sue opere vengono esposte a Roma, Milano, Firenze, Amburgo, Berlino, Bruxelles, Amsterdam, Francoforte, Tokio, New York, Melbourne e all’Ermitage di Leningrado (oggi Pietroburgo).
La presenza dell’illustre ospite tedesco in casa di Bruno Bruni nel rifugio del San Bartolo, è ormai una tradizione, interrotta bruscamente lo scorso anno per la spiacevole situazione creatasi con le pesanti accuse ai tedeschi fatte dal sottosegretario Stefano Stefani, che per questo in seguito dovrà dimettersi. Nel corso del suo soggiorno Schroeder ha incontrato il Presidente Berlusconi in una cena a due nel panoramico ristorante ‘Posillipo’ di Gabicce Monte. Molto apprezzato il menù a base di pesce e la splendida veduta della riviera romagnola punteggiata da migliaia di luci multicolori. Per il primo ministro tedesco Pesaro e circondario sono luoghi ideali per trascorrere la vacanze. Ammira la bellezza e la tranquillità dei luoghi, ne conosce la storia, apprezza le trattorie delle piccole frazioni per la sana cucina. Non di rado Bruni arrostisce personalmente il pesce sul caratteristico ‘focone’ ancora oggi usato dai marinai di Cattolica sui pescherecci.
La villa del pittore, ricavata da una vecchia casa colonica, è immersa nel verde del Parco del San Bartolo. Una vera terrazza sul mare Adriatico. Nella zona c’è anche la villa del tenore Luciano Pavarotti. In occasione della presenza a Pesaro dell’importante personaggio, la villa è stata dotata di servizi di sicurezza eccezionali: linee telefoniche supplementari, collegamenti con uffici in Germania, segretari e tecnici. In pratica è stata duplicata la segreteria di Berlino. Una nutrita scorta vigile che segue gli ospiti nei loro spostamenti. ‘007’ dell’ambasciata di Roma si sono affiancati ad agenti della Digos. Il Consiglio Comunale di Pesaro riunito in sessione straordinaria, alla presenza dell’ambasciatore della Germania in Italia, Michael H. Gerdts, di autorità cittadine civili e militari, ha conferito al Cancelliere della Repubblica tedesca la cittadinanza onoraria. Il sindaco Luca Ceriscioli ha inoltre donato al nuovo concittadino una preziosa incisione del 1572 del fiammingo George Hoefnagle, raffigurante la Pesaro rinascimentale vista dall’alto del colle San Bartolo. La municipalità e l’amministrazione provinciale di Pesaro avrebbero voluto onorare l’ospite con una grande manifestazione. Il timore di turbargli la quiete delle vacanze e le difficoltà imposte dalle misure di sicurezza, hanno fatto desistere da ogni iniziativa. L’avvenimento comunque ha avuto ugualmente grande risonanza; contemporaneamente al Cancelliere sono giunti a Pesaro numerosi giornalisti ed operatori di reti televisive tedesche che con i loro servizi intendono capire e far capire al popolo germanico, quello che c’è di speciale a Pesaro e dintorni da attirare tutti gli anni il loro premier.
Anche Bruni è tornato in Germania. Prima della partenza ho partecipato assieme a lui e alla moglie Marita, ad una cena presso il ristorante Ciacci a Gallo di Petriano, organizzata da ex allievi dell’Istituto d’Arte Mengaroni e dal professore di allora lo scultore Giuliano Vangi.
di Sergio Tomassoli