– E adesso le elezioni. San Clemente riaffida al suo futuro ad un sindaco ed un gruppo di persone che dovrà governarla.
Quello che gli occhi vedono non è davvero il massimo: di certo si poteva fare meglio. Non si trattava certamente di bloccare uno sviluppo urbanistico necessario, dopo una immobilità storica troppo lunga e troppo miope.
E’ evidente che l’urbanizzazione di Sant’Andrea in Casale non è davvero un esempio di vivibilità. Davvero chi lo sostiene pensa che chi guarda non veda e non capisca? Non è la voglia di trovare un colpevole tra i politici. Loro, che siano molto in basso o molto in alto, hanno sempre ragione perché di fronte hanno interlocutori che si sentono deboli o, peggio, interessati. E poi provate a chiedere; scoprirete che la colpa è sempre di qualcun altro.
A Sant’Andrea non si può essere certo contenti di quello che si vede e di quello che si sa già che dovrà crescere. Seguendo il rimbalzo delle responsabilità i santandreesi non sanno chi ringraziare ma di certo la scelta anacronistica di fare crescere le fabbriche in mezzo alle case è segno di forte miopia, sia fra chi in provincia si è dato da fare per questa pensata, sia tra gli amministratori che hanno accettato senza nessuna forma di opposizione e richiesta di protezione per i cittadini, facendo passare tutto nel silenzio e senza richiedere nessuna garanzia per i cittadini.
Ha un bel sostenere il segretario provinciale diessino Riziero Santi che da queste parti dovremmo essere grati per i benefici economici per tutta la vallata. Unici risultati per ora sono un forte aumento del traffico in una viabilità che era già fortemente congestionata e una ulteriore caotica crescita di un edilizia residenziale per la quale non vediamo crescere parallelamente le infrastrutture e i servizi.
Le promesse fatte preoccupano; è proprio di questi giorni la puntualizzazione di un amministratore sanclementese che spiega che tutto lo sforzo fatto dalle amministrazioni pubbliche, in fretta e furia, per evitare che la crisi della “Ghigi” mettesse in pericolo il posto di lavoro di alcune decine di persone, in fondo non era poi così necessario e urgente.
Infatti, la proprietà la Ghigi potrà costruire quando vorrà, ma nel frattempo si è individuato un terreno di suo gradimento e , a quel che si dice, il suo acquisto è stato effettuato a un prezzo da vero affare e se alla fine la voglia di costruire della proprietà Ghigi passasse nessuno dei promotori di un così grosso progetto potrà dire nulla.
Che devo chiedere al mio prossimo sindaco? Lealtà, che si comporti come un buon padre di famiglia. Che abbia il coraggio di chiedere ai propri amministrati anche dei sacrifici senza considerarli tanto stupidi da non capire. Che se un giorno ci chiederà qualche sacrificio perché il paese deve crescere sappia anche chiedere a chi da tutte queste operazioni avrà un ritorno economico qualcosa che resti al paese ed ai suoi abitanti. Che li costringa a lasciare strade più ampie, più verde e più parcheggi.
Qui a San Clemente le dirigenze politiche riminesi avevano scelto per un centrosinistra unito Giuseppe Savoretti (chi negherà adesso?), ma la dirigenza diessina locale non è riuscita a fare capire la scelta ai militanti. Praticamente da San Clemente quelli di Rimini non li hanno nemmeno considerati.
Il gruppo Ds a San Clemente è stato protagonista (fino al momento in cui si scrive) di una divisione interna molto profonda. Una divisione che rischia comunque di segnare la prossima legislatura. I Ds sono coloro che hanno garantito l’elezione dell’attuale sindaco e che con la forza del loro radicamento storico nel territorio possono fare vincere le elezioni al candidato sindaco che appoggiano.
Contro il listone appoggiato dai Ds ci sarà poi la destra organizzatasi, dopo decenni di assenza. Un gruppo di persone che si riconoscono in Alleanza Nazionale e in Forza Italia si sono uniti nel nome di Luciano Morri, sanclementese doc, che scende in campo per colmare un vuoto storico e dare una possibilità di scelta a chi non crede nella continuità del lavoro dell’attuale giunta. Qualche anno fa erano davvero poche le case di San Clemente dove non fosse mai entrato un mobile comprato da Morri.
Conosciutissimo, attualmente ha un’agenzia immobiliare. Speriamo che ai suoi clienti voglia offrire case e vivibilità: sarebbe già un ottimo biglietto da visita per San Clemente. E soprattutto speriamo che il suo sia un progetto chiaro per San Clemente e che, non si dimentichi che si presenterà alle elezioni in alternativa ad un’altra lista e che con questa motivazione deve proseguire per tutta la durata del mandato.
Senza preclusioni di parte, ma anche senza connivenze di comodo. Dalla destra ci si aspetta questo. Ci potrebbe essere poi una ulteriore sorpresa. All’apparenza un vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro. Ma una presenza ben radicata fra la gente di San Clemente che potrebbe dare non poco fastidio soprattutto al centrosinistra.