– Sono esposti a Montescudo, presso il Bellavista, dall’11 giugno a tutto il periodo estivo, una trentina di lavori di Giuseppe Crescentini, pittore attivo e appartato per scelta in questo panoramico paese dell’entroterra romagnolo. La mostra non vuole essere un’antologica, ma riunisce soltanto una serie ristretta e selezionata di opere che l’artista ha realizzato nell’ultimo quinquennio della sua attività e nelle quali esprime un linguaggio fermo e deciso, disponendo ampie stesure cromatiche in attente calibrature al fine di esaltare una ben individuabile emotività di fondo.
In queste ultime tele, presentate da Riccardo Gresta, il critico evidenzia come Crescentini ottenga originali risultati poetici attraverso variazioni cromatiche lente, che affiorano tutte da una perfetta congiunzione tra la natura e il sentimento di essa, secondo un’aderenza tra il soggetto, l’ispirazione e il linguaggio.
Attivo da più di vent’anni, il suo lavoro si è mosso sempre nella veste aerea e magmatica dell’informale, fino alle tele di oggi, che non ne sono ancora uscite.
La mostra, dal titolo “Paesaggio, quasi paesaggio, astratto”, allude alle ricerche sperimentate dall’artista nel corso degli anni, anche se riguardo a quest’ultima definizione i termini di riferimento rimangono comunque naturalistici, per una profonda costituzione che gli impedisce di essere del tutto astratto, dal momento che la luce e la materia di queste opere pur nella loro uniforme stesura vengono, come sempre in tutto il resto dei suoi lavori, da incontri, sensi o ricordi di realtà.
Emergono tra esse brani autentici di un colorismo acceso, sontuoso e raffinato, i cui risultati, attraverso il rarefarsi di studiate campiture geometriche di colore, evidenziano una condizione di purificata energia interiore.