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Gesù: “A Cesare quel che è di Cesare…”

Redazione di Redazione
13 Dicembre 2004
in L'opinione
Tempo di lettura : 2 minuti necessari
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Come se non si sapesse che Gesù ha detto: “A Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio”.
Ma, intanto, ci risulta che quei tali “genitori”, indirizzando la loro piccola crociata ai giornali locali, non si siano firmati. Ahi ahi, se è così, ciò, dal punto di vista cristiano, è assai grave. Leggere, per convincersene, il capitolo Della maldicenza contenuto nelle Osservazioni sulla morale cattolica di Alessandro Manzoni, uno dei più illustri esponenti del cattolicesimo italiano: “C’è nella maldicenza un carattere di viltà che la rende simile a una delazione segreta, e fa risaltare anche da questa parte la sua opposizione con lo spirito del Vangelo, che è tutto franchezza e dignità, che abomina tutte le strade coperte, per le quali si nuoce senza esporsi; e che, ne’ contrasti che si devono pur troppo avere con gli uomini per la difesa della giustizia, comanda per lo più una condotta che suppone coraggio” (il corsivo è nostro).
Abbiamo avuto modo di incontrare e di ascoltare padre Benito. Ciò ci ha permesso di ammirare ed apprezzare al più alto grado la qualità e la profondità del suo sentire cristiano, che ci ha ricordato la grande lezione dell’antifascista don Mazzolari, un sacerdote reso infelice dalla stipulazione del Concordato del 1929 tra la sua Chiesa e l’intimamente anticristiano regime fascista.
Certo, si può essere cattolici e “di destra”, come il filosofo reazionario Augusto Del Noce, il maestro del ministro Buttiglione, o come Gianni Baget Bozzo, l’entusiasta cappellano di Berlusconi e, prima ancora, di Bettino Craxi. Ma se essere “di destra” significa, come pare, combattere ogni forma di egualitarismo e stare perciò dalla parte dei privilegiati e dei ricchi, allora a noi il loro essere “di destra” appare in stridente contraddizione con le parole di Gesù. Del tipo: “Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno ed amerà l’altro, o si atterrà all’uno e sprezzerà l’altro. Voi non potete servire a Dio ed a Mammona” (Matteo, 6, 24-25: dove Mammona in aramaico significava, come è noto, “ricchezza”); oppure: “Chi ama figliuolo o figliuola più di me, non è degno di me; e chi non prende la sua croce e non vien dietro a me, non è degno di me? Non pensate ch’io sia venuto a metter pace sulla terra; non son venuto a metter pace, ma spada” (Matteo 7, 34-39); oppure: “E’ più facile a un cammello passare per la cruna di un ago, che ad un ricco entrare nel regno di Dio” (Matteo 19, 24-25).
Per questo il cattolico “di sinistra” pare a noi più cristiano del cattolico “di destra”. Forse meno cattolico nel senso formale-liturgico, ma certamente più cristiano perché interiormente cattolico, come Madre Teresa di Calcutta. Se si tiene presente che Gesù ha predicato la religione della salute a coloro che le antiche religioni avevano ignorato, ossia alla folla diseredata dei bisognosi, degli sfruttati, dei malati e degli afflitti, se si tiene presente questo, allora ci si consentirà di considerare padre Benito un vero cristiano.

di Alessandro Roveri Professore di Storia contemporanea all’Università di Ferrara

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