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– I racconti di Luigi Tomassini “Luisen trancet”.
Da bambino andavo in mare con il “battello da valle” a vela di mio nonno. Ricordo un fatto. Era d’estate, avevo circa dieci anni, siamo usciti alle nove di sera. Avevo pregato sempre mio nonno che mi portasse in mare. Mi disse: “Ti porto questa sera che è tempo buono”. Pescavamo da Misano verso Riccione, ma quando siamo tornati indietro si è formata una grossa nube nera, facendo quasi bonaccia.
Sembrava un vento alla valle, quasi garbino. Quando c’è aria di garbino è probabile che si formi il vento da Nord. Eravamo così in balia delle onde e ci aspettavamo il rinforzo del vento, infatti cominciò a formarsi abbastanza forte. Remavamo per arrivare a terra il più presto possibile. Se avessimo avuto un motore avremmo sicuramente evitato il temporale. Invece abbiamo dovuto attendere ‘lo scuro’ per arrivare in porto, e quando il vento ha girato verso tramontana dovevamo calare la vela, perché il vento cominciava ad essere troppo forte.
Mio nonno mi disse: “Non riesco a prendere il porto, bisogna mollare in poppa e andare solo con il pulidroncin (piccolo fiocco)”. Così abbiamo tentato di calare la vela grande, ma non riuscivamo a mollare la corda (ghindaccio) perché il nodo si era molto stretto con la forza del vento. Mio nonno allora mi disse: “Io non posso mollare il timone e non lo posso neanche legare, perché se mi va un po’ ‘all’orza’ prendiamo il mare di traverso e ci capovolgiamo. E’ necessario che io tenga la barca sempre in poppa, non mi posso muovere dal timone. Vai tu a mollare la cima della vela”.
Ma avendo visto che avevo paura, abbracciandomi, disse: “Non avere paura, vedi quel lumicino lassù?” – ed io: “Che lumicino?” – E mio nonno: “Come che lumicino! C’era un lumicino era, era… la Madonna del Carmine che ci protegge. Non avere paura che non ti succede nulla. Se ce la fai taglia la corda alla base e lascia che cada tutto”. Dopo diversi tentativi sono riuscito a mollarla, perché mi sono fatto coraggio dopo che aveva detto che c’era un lumicino. Sono riuscito anche a tenerla, senza farla cadere di colpo in mare. Mio nonno l’aveva legata con una ‘scotina’ (piccolo paranco) e così l’ha potuta legare a bordo e siamo entrati in porto con il fiocco.
Ricordo che sulla banchina c’era mia mamma che, visto il tempo brutto, era venuta a vedere sul molo col grembiule nero. Mio nonno mi aveva detto: “Quando prendiamo il molo salta a terra!”. Io ero come un gatto in quel buio con vento e pioggia e sono saltato a terra… lui mi ha gettato la cima e io l’ho legata alla bitta. Poi sono risaltato a bordo e ho legato il fiocco. Nel frattempo vedo un’ombra da lontano e ho detto: “Chi è quell’ombra?”. Mio nonno: “E’ la tua mamma che aspetta di prendere la cima, è tutta bagnata poveretta”. Come ho messo piede a terra mi ha abbracciato e baciato tutto bagnato come un pulcino. Mia mamma quando aveva sentito il rumore del temporale era corsa subito al porto pensandomi con ansia.
Un altro racconto. Ricordo quando mi trovavo in mare col motoveliero ‘Marecchia’ di proprietà di Pericoli. A bordo oltre a me vi era imbarcato ‘Gianén dla Mora’ (anche lui era un motorista come me). Eravamo a Venezia per caricare la farina, era Pasqua. Avevamo fatto un viaggio in più e l’armatore ci aveva promesso lo straordinario. Durante il viaggio prendemmo un forte vento di levante. Ercole Pericoli ‘Colino’, che era un forte e bravo capitano, ha preso il timone e non l’ha più lasciato.
‘Gianén dla Mora’ non ne poteva più, prendeva le chiavi per lavorare alle pompe e togliere l’acqua dalle sentine, ma gli cadevano di mano… era sfinito! Il mare ci ha fatto ‘scarrocciare’, questo perché il capitano Pericoli non lo prendeva direttamente di prua, ma dove l’onda con la prua faceva meno attrito (‘mascuncin’). Andava avanti come un trapano, senza subire sbandamenti e nel senso delle onde. E così abbiamo potuto proseguire il viaggio.
A proposito di venti: voglio indicare i segni premonitori che possono fare prevedere la bora. Con la presenza del garbino la pressione del barometro si abbassa, mentre quando il barometro aumenta di qualche linea, il garbino comincia a perdere il suo effetto e prende forza il vento di bora. Quando le nubi si arrestano e successivamente vengono verso terra, questo significa che il vento di bora è già in atto e all’orizzonte si notano segni di nubi che si alzano.