– “La luce negli occhi e quanta forza da un corpo stanco. La sofferenza che diventa un segno forte di energia”. Questa è l’immagine che si è riportata con sé la delegazione composta da 53 persone della Banca di Credito Cooperativo di Gradara, ricevuta in udienza dal papa lo scorso 4 febbraio.
Una giornata che lascia addosso il senso vero della vita. Il severo cerimoniale della Sala Nervi, rotto dai vari gruppi giunti da ogni dove. I ragazzi veneti che ritmano: “Non – mol-lare mai. Non mol-lare mai. Non mol-lare mai…”. Con un crescendo che ai presenti fa venire la pelle d’oca. Il vecchio papa stanco che li guarda con complicità, raccoglie le forze e risponde alzando la mano verso il cielo: uno squarcio che alleggerisce la pesantezza della vita. Gesto che fa salire il groppo in gola.
L’udienza è nata per puro caso. Prima di Natale viene fatta questa riflessione: “Perché non ricordare la figura di don Raffaele Ceccarelli, il fondatore dell’istituto di credito di Gradara, con una visita al papa?”. Ci si mette in moto ed il destino vuole che dall’organizzazione vaticana l’incontro cada il 4 febbraio, la giornata dedicata da Giovanni Paolo II contro l’usura.
“Combattare l’usura – dice Fausto Caldari, presidente della Banca di Gradara -. Questo fu il motivo per il quale don Raffaele, coinvolgendo un gruppo di gradaresi, fondò la nostra banca. Soprattutto oggi, con il mondo bancario coinvolto in alcuni scandali e visto come un mostro da abbattere, noi rinnoviamo lo spirito delle nostre origini: sussidarietà, etica ed operare avendo come fine il bene della comunità. Un testimone che porteremo avanti anche negli anni a venire”.
Da Gradara, per Roma, è partito un pullman che si è fermato a Roma due giorni. La delegazione gradarese ha regalato al vecchio papa un quadro di Mario Magnanelli. Recava un mazzo di fiori.