– L’iniziativa delle seguenti precisazioni parte dalla pubblicazione di un articolo apparso sulla Piazza del febbraio corrente intitolato “Montescudo, ’46: sfiducia al sindaco”, dal quale sembrerebbe che il sindaco Magnanelli Giuseppe, eletto a tale carica nell’imminente dopoguerra, fosse un “dittatore e podestà fascista” e per tale motivo sfiduciato e rimosso dal Consiglio comunale.
Appare superfluo sottolineare che gli anni cui si fa riferimento erano particolarmente difficili, perché gravidi della problematica del dopoguerra, e sicuramente le lotte politiche erano di un tale livello e dense di invidia e gelosia che portavano facilmente a considerazioni e valutazioni errate su persone che, viceversa, svolgevano la propria attività lavorativa ed amministrativa all’insegna dell’onestà e nell’esclusivo interesse della popolazione amministrata.
Difatti, ed è questa la carenza dell’articolo cui si fa riferimento – perché non ha terminato di rendicontare gli eventi limitandosi a valutare esclusivamente un arido verbale redatto il 13.6.1946 – il sindaco Magnanelli all’epoca dei fatti tenne un comportamento esemplare e corretto tant’è che articoli, apparsi sulla cronaca riminese di quel periodo, lo testimoniano senza dubbio (come risulta dalla documentazione in possesso: articoli e delibere comunali).
Il sindaco Magnanelli, per onor del vero, fu riabilitato dopo i fatti narrati dalla stessa prefettura, a seguito di risultati dell’ispezione-inchiesta rigorosa svoltasi, che lo elogiò per la mirabile opera svolta quale capo dell’amministrazione, riconoscendogli onestà e perizia esemplare. Il sindaco Magnanelli, a dimostrazione del proprio valore, vide riconosciuta la propria competenza, onestà, dedizione e zelo, che rispondevano ai valori propri, cristiani e democratici, della sua vita a cui scrupolosamente si atteneva.
Tali valori oppose all’indubbio amarezza sofferta per le ignobili, infondate accuse subite, facendo proprio il motto “la miglior vendetta è il perdono”.
Quanto sopra si è voluto precisare per salvaguardare la memoria di una persona che non avrebbe meritato di vivere una simile esperienza anche, alla fine, ha visto riconosciute le proprie indiscutibili doti umane ed amministrative e che un postumo articolo non può proprio rimettere in discussione.
Maria Silvana Magnanelli