– Anche quest’anno la Banca delle Marche ha fatto le cose in grande: la strenna natalizia è bellissima e di grande utilità culturale e storica. Si tratta della pubblicazione del volume “Archeologia nelle Marche. Dalla Preistoria all’Età Tardoantica”, curata da Mario Luni (Istituto di Archeologia – Università di Urbino). Il volume è ricco di fotografie a colori che testimoniano la ricchezza dei ritrovamenti e dei siti archeologici marchigiani.
Giuliano de Marinis, Soprintendente per i Beni Archeologici delle Marche, nella sua introduzione sostiene che “Le Marche costituiscono una regione ricchissima dal punto di vista archeologico, conservando esse testimonianze cospicue e talora emblematiche della storia e della cultura materiale dell’uomo fin dalla prima antropizzazione del territorio nel Paleolitico inferiore, fino al Medioevo, al Rinascimento ed all’Età Moderna, passando per la ‘civiltà picena’ peculiare di questa zona, e per l’epoca romana, relativamente alla quale siamo in presenza di una concentrazione di fenomeni urbani compresenti all’occupazione capillare delle campagne non frequente nell’Italia centrale. …A ciò si aggiunge il notevolissimo patrimonio paleontologico che, con i giacimenti fossiliferi di origine marina dell’Appennino e gli affioramenti d’altro tipo nelle valli fluviali, fa delle Marche una delle regioni d’Italia più cospicue da tale punto di vista”.
Nella presentazione il presidente della Banca delle marche, Tonino Perini, afferma: “Il ricco e prestigioso volume – cui hanno collaborato numerosi studiosi attivi nella regione, sia nel contesto della Soprintendenza Archeologica delle Marche sia nell’ambito delle Università di Macerata e di Urbino – costituisce una prima importante sintesi sull’archeologia della nostra terra. …Un’eredità che, tutti insieme, abbiamo l’obbligo e il piacere di ricordare e salvaguardare per noi stessi e per il futuro dei nostri figli e della regione che tanto amiamo”.