– Il Moto Club di Cattolica è tra i primissimi sodalizi motociclistici risorti in Romagna nel dopoguerra. Sotto la guida del presidente Enzo Molari vengono subito organizzate gare, in un circuito che si snoda lungo le strade cittadine, a cui partecipano anche corridori locali e altri già affermati in campo nazionale. Enrico Molari, che nel 1952 si laurea campione d’Italia e vince tutte le altre otto gare in calendario. Nel 1953 arriverà terzo dopo Lorenzetti e Ruffo. Ben presto le difficoltà per organizzare gare nelle strade cittadine e per ottenere i relativi permessi, ne determinano la fine.
L’attenzione viene quindi indirizzata verso il Motocross. In una conca in faccia al mare nella zona Vallugola di Gabicce Monte, viene rapidamente costruita una bella pista che permetterà alcuni anni di attività per la disputa del ricorrente trofeo “Motocross del Mare”. Dopo 5 anni, dalla proprietà, viene revocata la disponibilità del terreno ed inizia nuovamente la ricerca di un terreno nell’entroterra marchigiano e romagnolo.
La fortuna assiste gli intrepidi romagnoli che trovano, e acquistano, un impervio appezzamento di 4mila metri a Monteluro dal quale viene ricavata una pista di 2.300 metri per 12 di larghezza, ricca di spettacolari saliscendi e curve in un grandioso anfiteatro di fronte allo scenario del castello di Gradara e del Mare Adriatico. L’impianto viene realizzato a tempo di record, grazie all’intenso lavoro di tutti gli iscritti. La presentazione alla stampa e alla cittadinanza viene effettuata nel 1971 presso il Ristorante La Lampara.
Tra i presenti il sindaco di Cattolica, Sergio Grossi, il presidente e il direttore dell’Azienda di Soggiorno, rispettivamente Piero Gualtieri e Fabio Morsiani, gli assessori Mario Castelvetro e Antonio Donati, i comandanti delle stazioni dei carabinieri di Cattolica e Tavullia, Amedeo Montemaggi capo pagina del Resto del Carlino, Mauro De Astis, ingegnere del Comune, Renato Gennari, i presidenti dei vari Moto Club del circondario e numerosi cittadini.
Il presidente Enzo Molari dopo avere illustrato i dati tecnici, sottolinea l’importanza del nuovo impianto, considerato tra i più belli d’Italia, e il soffio d’aria nuovo nel campo delle manifestazioni. Una inedita voce in appoggio alle manifestazioni turistiche, che parlano di Riviera Adriatica.
Per l’inaugurazione del 9 maggio 1971 è stata predisposta una gara internazionale 500 cc e una nazionale 175 cc. Il successo si delinea sin dal mattino dall’affluenza del numeroso pubblico per assistere alle prove. La gran parte resterà sul posto tutta la giornata usufruendo, per il pasto, dei vari punti di ristoro appositamente predisposti. I soci del Club sono stati mobilitati ai tanti servizi: agli ingressi, lungo il tracciato, ai parcheggi, alle porte, ecc. Un gruppo motorizzato, munito di rice-trasmittenti è addetto al pronto intervento e ai collegamenti. Circa 10mila persone saranno presenti per l’occasione.
Il comitato che ha realizzato impianti e manifestazioni era composto da: Enzo Molari (presidente), Pasquale Imola e Angelo Del Prete (vice-presidenti), Colombo Bacchini (segretario), Novello Cesarini (cassiere-economo), Alberto Verni e Michele Tintoni (direttori sportivi), Sergio Tomassoli (capo ufficio stampa), Luigi Spadoni e Luigi Gennari (responsabili degli impianti sportivi), Armando Tombari, Mario Tebaldi e Pietro Vecchi (sindaci revisori), Paolo Patelli (propaganda), Alfiero Grossi, Gert Walter Forstner, Giancarlo e Maurizio Magnani (consiglieri).
Le vecchie e nuove glorie del Moto Club Cattolica che hanno partecipato a decine di manifestazioni motociclistiche, cittadine e nazionali, e che hanno collaborato alle nuove realizzazioni: Pericle Re, Gaetano Macaluso, Giuliano Giulini, Quinto Galli, Fausto ed Ermanno Pritelli, Enrico ed Enzo Molari, Virgilio Pratelli, Giovanni Cecchi, Andrea Marcucci, Augusto e Giovanni Gabellini, Antonio Tamburini, Elio Della Chiara, Mario e Franco Maltoni, Gino Spadoni, Renzo Vannoni, Gino Sanchi, Pio Pellegrini, Francesco Coppola, Guido Magnani, Pietro Romani, Felice Molari, Enzo Cavara, Walter Grandicelli e Silvio Bartolini.
di Sergio Tomassoli