– L’ospedale Maria Boorman Ceccarini di Riccione aumenta le superfici del 50 per cento. Agli attuali 15.000 metri quadrati di spazi, se ne aggiungeranno altri 8.500 (6.000 dei quali utilizzabili). Vi troveranno posto: il Pronto soccorso (l’attuale è davvero triste, per usare un aggettivo gentile), Cardiologia, Medicina, d’urgenza, Rianimazione, cinque nuove sale operatorie, ambulatori, spazi di servizio, magazzini.
La prima pietra è stata collocata lo scorso 27 aprile, in una mattinata tiepida. Davanti ad un autentico parterre de roi l’ha collocata il sindaco diessino di Riccione Daniele Imola. Erano presenti: Giovanni Bissoni, aassessore regionale alla Sanità, Tiziano Carradori, Romeo Giannei, direttore del presidio sanitario di Rimini Sud ed i massimi dirigenti dell’Ausl. La struttura dovrebbe essere consegnata alla comunità tra due anni. Costo: 13,4 milioni di euro (metà messi dalla Regione metà dalla Fondazione Ceccarini, grazie alla vendita di terreni dove è stata tirata su Oltremare e capannoni artigianali). Insomma, dopo un secolo l’umanità della signora americana Maria Boorman Ceccarini è ancora tangibile quanto esemplare.
La nuova struttura (metri 53 per metri 24) verrà costruita sul lato di Cattolica, ad una distanza di 20 metri dall’ala lato monte. Sarà collegata alla vecchia struttura attraverso corridoi sospesi. Di quattro piani, come materiali si utilizzeranno pilastri d’acciaio, vetrate, mattoni (per riprendere il motivo del primo nucleo dell’ospedale, quello che si affaccia su viale Ceccarini). Per farvi spazio sono state estirpate 250 piante: troppe le polemiche legate al verde.
Ha detto il sindaco Imola: “Darà alla città grandi soddisfazione e metterà gli operatori nelle condizioni migliori di lavoro. Sarà lo stimolante risultato per nuovi obiettivi”.
Tiziano Carradori: “Il progetto si colloca nell’azione dell’azienda. E’ un’altra delle tappe di un’azione di modernizzazione strutturale. Negli ultimi 4 anni abbiamo speso 60 milioni di euro; con lo scopo di migliorare il servizio ai pazienti e le condizioni di lavoro”.
Il nuovo Ceccarini ha creato due schieramenti. Da una parte gli addetti ai lavori che affermano che i nuovi spazi sono indispensabili e che 13,4 milioni di euro non sono una grande cifra rispetto alle spese sanitarie.
Ma un folto gruppo di medici afferma che sarebbe stato sufficiente solo edificare un nuovo Pronto soccorso. E che se un investimento andava fatto bisognava alzare gli orizzonti su 50 anni: portare al vecchio Ceccarini gli uffici della Ausl oggi in affitto al Colosseo. Vendere l’ospedale di Cattolica (e non avervi investito decine di miliardi, come avvenuto negli ultimi anni). E costruire ex novo in nuovo ospedale in una zona baricentrica della Valconca, in mezzo al verde e con ampi spazi di ampliamento (Misano Adriatico).