Bufera ed insegnamenti – La bufera di fine settembre ha prodotti danni notevoli, sia ai privati che al patrimonio pubblico della città, soprattutto alberi e pensiline. Si sono viste piante rovesciate con le radici che hanno divelto marciapiedi e manti stradali, qualche barca affondata al porto, qualche pensilina della Tram volata via, il tutto per fortuna senza danni gravi alle persone. Per quello che riguarda gli alberi bisogna chiedersi se in questi anni le potature e manutenzioni siano state fatte a regola d’arte, perché vedere piante con il fusto di notevole dimensione, ma con le radici circoscritte nella zolla che hanno prodotto con il ribaltamento, viene il dubbio che negli anni precedenti le radici siano state tagliate, forse per facilitare la sistemazione di strade e marciapiedi. Speriamo che da questi danni si traggano insegnamenti e soprattutto che si sostituiscano le piante cadute.
Zanzare e turismo – Alla fine di questa stagione estiva si fanno i bilanci; quest’anno ne erano attesi principalmente due, quello dell’attività turistica e quello della zanzara tigre. Su quello del turismo molti hanno detto e scritto, sulla zanzara tigre è il caso di parlarne. Dopo la tremenda estate dello scorso anno, questa estate nessuno si è fatto trovare impreparato e tra zanzariere, zampironi, spray più o meno intossicanti, Hera che non si è lasciata sorprendere, bisogna dire che non è andata male. Tranne alcune eccezioni, quest’anno non si incontravano persone con bozzi che sembravano bolle di chewingum che si fanno con la bocca, o gambe bitorzolute come delle piante grasse. Diamo merito a Hera, ai sindaci che non si sono fatti intimorire (dalle zanzare) e ai cittadini che hanno rispettato quelle minime istruzioni per evitare la nascita di pericolose colonie di larve: evviva.
Stagione, i bilanci – Ma dov’era la neonata protezione civile di Riccione durante e dopo la bufera? Questa è solo una battuta provocatoria, avrebbe potuto fare ben poco. Però si investono risorse in questa struttura, ovviamente a livello nazionale e locale, mentre si sottraggono risorse, mezzi e uomini ai Vigili del Fuoco che sono spesso sotto pressione. Chissà, con il senno del poi, si potrebbe anche dire che il Vigile del Fuoco di Rimini, deceduto per infarto durante un intervento, non sarebbe stato così sotto stress se il corpo avesse avuto a disposizione più uomini e mezzi. Ma del senno di poi?