– “Andèma a la vegia” è la manifestazione sul dialetto che organizza la Provicnia di Rimini. Una buona iniziativa che, nel nome dell’indimenticabile Marco Magalotti, ripropone il dialetto come coprotagonista della vita culturale della nostra provincia.
Tre serate una per la costa, Rimini, Santarcangelo per la Valmarecchia e San Clemente per la Valconca. Iniziativa lodevole, anche se non da tutti è stata accolta con il giusto spirito di collaborazione e lo slancio creativo. Le difficoltà organizzative, le assenze annunciate e quelle cariche di scetticismo di alcuni hanno reso le “vegie” un po’ meno dolci di quello che avrebbero dovuto essere.
Così alla “vegia” che Giordano Leardini, il sottoscritto e qualche altro volonteroso hanno organizzato sul palco del centro di Sant’Andrea in Casale, le assenze di qualche comune della Valconca si sono dovute confondere con la disponibilità di chi invece ci aveva creduto. Si è iniziato con una poesia di Giustiniano Villa, “Le rimembranze emozionanti”, letta da Ilaria e Jessica due giovanissime di Morciano. Introdotto l’argomento, Giordano Leardini per Morciano, il sindaco Cristian D’Andrea con uno zoppicante dialetto (scusato per la giovane età) e Corrado Gaia per San Clemente, Gilberto Tonini per Montescudo, Alfredo Pecci per Monte Colombo e il grande Giovanni Martelli per Montefiore, hanno snocciolato in quasi tutte le sfumature del dialetto valconchino.
La fisarmonica Galanti (anche questa un pezzo di storia della Valconca) suonata dal mondainese Eugenio Rosselli e le moderne zirudele del riminese ma sanclementese d’adozione Umberto Carlini sono stati gradevolissimi intermezzi della conversazione. Poi l’intervento del Gr.A.Tu.Sa gruppo “armato” per la salvaguardia del dialetto che con una trama leggera e una simpatia strabordante ha saputo strappare applausi e risate a scena aperta per la soddisfazione del giovane regista Gianluca Reggiani.
Alla fine, come si addice ad ogni “vegia” che si rispetti, un abbondante buffet preparato sapientemente dalle splendide “azdore” del Centro sociale con piadina farcita, polenta cotta sulla graticola, crostate e ciambelle fatte in casa e buon Sangiovese e Trebbiano prodotti dalle colline sanclementesi.
di Claudio Casadei