– Il busto di Karl Marx e Jacques Maritain saranno presto insieme nel giardino della biblioteca di Riccione. Con uno stile, quello proposto da Francesco Cavalli, dal 2001 all’assessorato Cultura, Pace e Politiche giovanili, chiamato da Daniele Imola quando era Presidente di Comunità Aperta.
Impegnato in politica con un’accezione ampia, Cavalli ha una fede incrollabile. Nato e cresciuto nel mondo dell’associazionismo cattolico (a cui ancora oggi appartiene), è abituato da sempre a lavorare dietro le quinte: molto e a maniche rimboccate.
Ogni volta che c’è da fare una scelta, nel mare in tempesta, ha il suo “personalissimo” faro a cui guardare e una Enciclica in particolare, la Sollicitudo Rei Socialis di Giovanni Paolo II.
Non è dunque solo nel suo cammino, sia nella vita politica che in quella privata. Classe ’69, sposato con 3 figli, riccionese cresciuto nel quartiere di San Lorenzo, alla domanda da quanto tempo si ritiene in politica risponde che è dal 5 gennaio ’87, l’anno in cui è diventato maggiorenne. E questo rende l’idea. Una passione dentro, innata, nel dna.
Quando parla di sé, si racconta e un per un po’ accetta i riflettori puntati (cosa che non ama), gli occhi brillano. Buon segno, si dice. Significa soddisfazione, passione e gratitudine per quel mondo a cui continuamente fa riferimento, che lo sostiene, con cui si confronta, persone precise. Il tutto oltre alla Margherita, il suo alveo naturale e nel quale confluisce (prima simpatizzava per l’allora Partito Popolare senza una vera e propria militanza) quando l’impegno politico diventa “ufficiale”.
Crede nell’ente pubblico fino in fondo. Per diversi motivi. Il primo è istituzionale. C’è una legge che dal ’94 permette ai comuni di stanziare direttamente finanziamenti e risorse in attività di solidarietà internazionale e cooperazione decentrata. Ha chiesto e ottenuto che il comune di Riccione avesse un capitolo di bilancio specifico per questo.
In secondo luogo la responsabilità. L’amministrazione locale, primo anello della lunga catena che arriva al governo, a diretto contatto con il cittadino è ovvio che se ne debba occupare, e su questo Francesco Cavalli è di marmo.
Poi certo. Le grandi scelte certo si faranno a Roma o Bruxelles, però Cavalli ritiene che sul piano culturale, sulla sensibilizzazione ci debba essere un impegno forte “a tu per tu”, diretto all’individuo. Perché se si crede (e se è vero) che la pace passi dalla responsabilità personale di ciascuno allora si capisce come il ruolo dell’ente pubblico diventi determinante. E poi essere portatori di istanze verso gli organi superiori. Un ente pubblico capace, come dice l’assessore, di saper leggere cosa c’è nella società, dov’è il fermento, il movimento e mettersi al servizio dei cittadini.
di Domenico Chiericozzi