La storia
La storia degli stabilimenti balneari Fuzzi ha inizio nel 1906 da Cesare Lazzaro, accompagnato in questa avventura dalla moglie Lucia, che con le sabbiature poneva rimedio ai piccoli dolori dei clienti. Cesare Lazzaro (classe 1871) fu tra i primi a Cattolica a fare il bagnino di mestiere, la sua famiglia infatti era dedita al commercio di frutta, dei suoi sette fratelli solo uno rimase nel settore mentre gli altri si sono dedicati ad altri mestieri.
Dopo il matrimonio, Cesare e Lucia andarono a vivere nella casa di lei sul lungomare, dove tuttora la famiglia prosegue la sua attività storica. Nel 1906 chiesero la concessione dell’arenile; allora i capanni erano ricoperti da stuoie che successivamente vennero sostituite dal legno e poi ancora dalle tipiche tende rettangolari. Per le gite in mare, lo stabilimento disponeva di battelli da valle che potevano essere usati anche per la pesca costiera o da diporto. Questo fino all’avvento dei mosconi.
Cesare Lazzaro lascia quindi l’attività balneare al figlio Edmondo (classe 1901) e dopo succedono gli attuali Cesare ed Umberto che già da tempo sono affiancati dai figli Stefano, Armando e Paolo.
C’era una volta Cattolica
A quell’epoca la stagione turistica durava 40-50 giorni. A fine giugno, luglio e agosto c’erano le famiglie benestanti che riaprivano le loro ville al mare; si potevano trovare anche appartamenti in affitto che erano spesso ceduti per la stagione dalle famiglie del posto, che per il periodo si sacrificavano ad abitare in casa di parenti o dentro capanne in prossimità delle loro case. Le ville erano quasi tutte sul lungomare e in via Marconi ed erano, appunto, abitate da famiglie nobili e di industriali.
Tra queste ricordiamo le famiglie Alessandrini, Ferrari, che avevano casa in via Marconi; e poi Masperi, Patrignani (noto pittore abruzzese i cui dipinti si possono tutt’ora ammirare nella chiesa di San Pio V e nella sala della giunta comunale), Rubboli, Cappuccini, Stoppani (il cui capofamiglia era stato comandante delle guardie del Re e in seguito ministro del Turismo), Faccini che abitava nella Villa Torretta e Frascaroli che aveva la villa accanto alla loro. La famiglia Majani (produttori del rinomato cioccolato), avevano la villa che affittavano al duca Massari, mentre della famiglia Marconi, Cesare Lazzaro Fuzzi ha avuto l’onore di portarsi in barca per fare il bagno, il famoso scienziato Guglielmo.
Un triste ricordo nei confronti della famiglia Trebeschi, proprietaria della villa dove ora c’è l’Hotel Bellevue, il cui Paolo morì in seguito all’attentato terroristico di Piazza della Loggia a Brescia. Nella loro villa di Cattolica vi era un grosso buco nel tetto provocato da una granata durante l’ultima guerra.
Durante l’inverno queste meravigliose ville erano abitate da famiglie locali che fungevano da custodi e tra le tante si ricorda: la famiglia di Livio Bontempi (Villa degli Stoppani, attuale Hotel Britannia), la famiglia di Mario Lucarelli (Villa Marconi), la famiglia di Carlo Antonioli (Villa Cavalli della famiglia Peroni, ora della famiglia Gerani), la famiglia di Marcello Morosini (Villa Guadagni).
Di tutte queste famiglie, la nonna raccontava di una in particolare, villa Ferrari, i cui proprietari avevano l’abitudine del tè al pomeriggio, servito con tutti i crismi, che la nonna, appunto, definiva “broda”. Infatti allora alle famiglie modeste era assolutamente sconosciuta la famosa bevanda inglese, diventata poi d’uso comune durante la guerra grazie ai soldati inglesi e americani.
Il ritratto
Negli ultimi tempi il nonno Edmondo Cesare aveva l’abitudine di sedersi sul muretto esterno di casa sul lungomare, oppure su un moscone a fumare la pipa. Un giorno lo notò un famoso ritrattista, un certo Lamberti che gli fece un ritratto intitolato “Due tramonti”, col quale vinse molti premi.
Le sabbiature
Lucia Moretti, moglie di Cesare Lazzaro Fuzzi era dedita alle sabbiature dei clienti. Praticamente si facevano delle buche dietro i capanni, poi nelle ore più calde i bagnanti si mettevano dentro lasciando fuori solo la testa, venivano ricoperti di sabbia, riparando la testa dal sole con un ombrello da pioggia. Passati 10-15 minuti, uscivano e venivano massaggiati con la sabbia asciutta. Alla fine delle sabbiature Lucia soleva ristorarsi bevendo un goccio di vino e frizionandosi le gambe con il vino stesso… dicendo che questo massaggio in onore a Bacco la tirava su.
Il salvataggio… politico
Edmondo Fuzzi soleva andare in spiaggia col padre Cesare a fare il bagnino di salvataggio e proprio in questa veste salvò dai guai numerose persone. Un ricordo particolare fu quella volta che salvò un uomo che disse poi di essere un grosso gerarca fascista. Questi per ringraziamento scrisse alle autorità competenti di rilasciare una onorificenza speciale nei confronti del suo salvatore… ma Edmondo, non essendo iscritto al partito fascista, il riconoscimento non arrivò mai! (Beh!, certe cose non cambiano mai…).
Trampolini e zattere
Dal 1946 al 1965 antistante la spiaggia c’erano trampolini e zattere. Rimasero fino a pochi anni dopo la costruzione delle scogliere. Erano una vera e propria attrazione, soprattutto quando a fare i tuffi era un certo Fronzi che diventava immediatamente uno spettacolo tra il comico e l’impossibile… veramente divertente. Il trampolino era a due piani, quindi soddisfaceva anche il tuffatore più esigente, mentre la zattera dava ristoro ai nuotatori senza dovere per questo uscire dall’Acqua. Zattere e trampolini furono tolti perché con la posa delle scogliere, in caso di mare mosso diventava pericoloso per i bagnanti nuotare, rischiando di essere trascinati contro le scogliere. Il trampolino fu eliminato a causa di un grave incidente avvenuto nel compartimento di Venezia, dove un trampolino crollò causando la morte di parecchie persone. Da allora fu emessa una ordinanza che decretò la fine di zattere e trampolini.
A cura di Dorigo Vanzolini