– Carlo Azeglio Ciampi, presidente della Repubblica, già governatore della Banca d’Italia, è un estimatore dell’identità del Credito Cooperativo.
In un suo intervento, ha scritto: “Il Credito Cooperativo, le vecchie Casse Rurali e Artigiane da sempre così presenti ed attive nelle più minime realtà locali, sono veramente un pezzo importante della storia d’Italia, e non soltanto della sua storia economica. I valori di cui è portatore il settore del Credito Cooperativo trascendono il fatto economico, per assurgere ad elementi fondamentali dell’ordinato sviluppo della convivenza e della maturazione di una coesione sociale fondata, soprattutto, sulla solidarietà e sulla partecipazione. Si tratta di valori profondamente radicati nella coscienza e nella storia del nostro Paese, che trovano puntuale identificazione nella tradizione ormai centenaria delle imprese di Credito cooperativo. Far banca in modo cooperativo è stato decisivo per migliaia di comunità, per milioni di famiglie e di imprese”.
“Ancora oggi – continua il presidente della Repubblica – il Credito Cooperativo conserva, pur nel mutato contesto economico e sociale, questi valori fondamentali, ponendosi al servizio delle comunità locali, delle imprese piccole e medie, delle famiglie, delle associazioni, creando occupazione duratura e promuovendo l’economie reali. Di tutto ciò, ho avuto diretta conoscenza fin dalle mie prime esperienze di giovane funzionario della Banca d’Italia impegnato nella vigilanza bancaria. Oggi come ieri il Credito Cooperativo favorisce la promozione dell’imprenditorialità, assecondando una vocazione spesso presente nei giovani occupati nei campi o nelle botteghe artigiane. E’ certamente questo un esempio che il mondo cooperativo deve potere aiutare. E a mio avviso è questa una delle funzioni più importanti della vostra associazione, quello di essere anche un incubatore della voglia di intraprendere. Perché voi sapete bene che il problema delle piccole e medie imprese è quello di trovarsi di fronte a un bivio: o crescere fino a diventare una media e poi magari una industria media-grande o morire per esaurimento o per assorbimento”.