– Comuni, Ausl, Arpa, le amministrazioni regionale e provinciale, il polo universitario riminese, le facoltà universitarie di Bologna, Ferrara, Urbino, realtà imprenditoriali del territorio potrebbero costituire che possa studiare le relazioni tra il tasso tumorale degli abitanti e l’inceneritore di Raibano. L’invito è di Massimo Casoli, segretario di Rifondazione comunista di Coriano.
Lo fa con una lettera-riflessione. Dice: “Egregi amiche ed amici, da qualche anno, ormai, tra le genti del nostro territorio comunale serpeggia e cresce una grave preoccupazione per il crescente numero di patologie (in particolar modo tumorali o ad esse correlate e correlabili, come ad esempio le affezioni alla tiroide) di cui vengono afflitte molte persone, con un’incidenza tale da alimentare il sospetto che questi funesti fenomeni si manifestino in forme quantitativamente più elevate rispetto ai trend nazionali”.
“Purtroppo continua Casoli – molti di noi possono facilmente constatare il dilagare di tali eventi morbosi perché colpiti direttamente o in congiunti e conoscenti; tuttavia, ovviamente, l’occorrere frequente di casistiche siffatte non significa necessariamente essere in presenza di specifici fattori, iniziatori o promoventi di tali malattie, identificabili in precise situazioni allocate nel nostro territorio. Ma, altrettanto ovviamente, nemmeno lo esclude, specialmente se si considera, come molti nostri concittadini fanno, che in ambito corianese (o nelle sue immediate vicinanze) insistono molteplici attività potenzialmente e/o effettivamente inquinanti: l’Autostrada 14, la Superstrada di S. Marino, l’inceneritore di Raibano, la trafficata Provinciale 31, gli insediamenti industriali e artigianali di Cerasolo Ausa e di Raibano, l’Aereoporto di Miramare, per citare i più notevoli. Se puntuali e numerosi sono i controlli effettuati, almeno così ci risulta, sulle emissioni dalle canne fumarie dell’impianto Hera di Raibano, non è mai stato effettuato uno studio sugli effetti di quelle emissioni nei termini di ricaduta al suolo di polveri sedimentabili e di polveri sospese e della loro eventuale reazione con acque e colture, anche a distanza per causa dei venti e, tanto meno, è stata svolta un esame sistemico circa ciò che potrebbe comportare una malaugurata combinazione sinergica tra più elementi potenzialmente dannosi per la salute come quelli citati più sopra (alcuni tipi di cancro o certe disfunzioni tiroidee sono caratteristiche malattie ad eziologia multifattoriale).
Crediamo, quindi, che sia opportuno promuovere una ricerca epidemiologica (sia strutturale che etiologica, clinica e igienico-sociale) volta ad accertare, con opportune metodiche di analisi demografica e statistica, l’incidenza di determinate patologie nella cittadinanza del nostro Comune (indici di insorgenza di patologie, di morbosità, di morbilità, di letalità, valutazioni comparative, ecc.) e l’eventuale loro correlazione con situazioni ambientali che rappresentino, anche in maniera concausale, possibile fonte di rischio per la salute…”.