– Nel Riminese la viticoltura ha radici antichissime. Già in epoca Villanoviana (fra l’VIII e il VI secolo a.C.), come da studi e scavi condotti nell’area di Verucchio, vi sono testimonianze certe che la coltura della vite fosse diffusa nel nostro territorio, anche per ciò che attiene l’uso del vino, i sintonia con la contemporanea diffusione di vasi vinari largamente attestata fra le genti etrusche (O. Delucca, 1994).
La diffusione della coltura della vite e la trasformazione in vino è poi proseguita e ulteriormente sviluppata.
Attualmente, la viticoltura è diffusa in circa 2.500 aziende agricole e resta la più importante tra tutte le produzioni vegetali della provincia di Rimini, sia in termini di superfici (circa 3.250 ettari) che di valore della produzione (pari a circa 16 milioni di euro ogni anno). La superficie media a vigneto per azienda è attualmente pari a circa 1,50 ettari, ma negli ultimi anni si sta manifestando un rapido fenomeno di concentrazione di questa coltura in aziende specializzate. Mediamente si raccolgono alla vendemmia 300-350.000 quintali di uva, da cui si producono 200-250.000 ettolitri di vino. Questi dati acquisiscono maggiore importanza se si considera che la coltura della vite interessa l’area collinare della nostra provincia, dove rappresenta la principale fonte di reddito per le aziende agricole.
Negli ultimi anni la viticoltura ha fatto un significativo salto di qualità: il riconoscimento della D.O.C. Colli di Rimini, la realizzazione di un ampio piano di ristrutturazione dei vigneti, una generale crescita dei vini locali, gli autorevoli riconoscimenti che sono stati loro attribuiti. Per un verso si è verificata una progressiva riduzione delle superfici vitate, per altro il settore si sta qualificando in modo dinamico, come testimoniano gli importanti investimenti in nuovi vigneti realizzati nell’ambito del Piano regionale di ristrutturazione dei vigneti nel periodo 2000-2005.
Attraverso l’applicazione del Piano regionale per la ristrutturazione dei vigneti le aziende viticole hanno potuto utilizzare le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea, sostituendo i vecchi impianti non più idonei alle esigenze del mercato con nuovi vigneti realizzati secondo moderni criteri volti al miglioramento qualitativo delle uve e al contenimento dei costi di produzione. Con l’applicazione delle nuove norme comunitarie e del Piano regionale di ristrutturazione sono stati messa a dimora negli ultimi 5-7 anni quasi 1.000 ettari di nuovi vigneti (in sostituzione di quelli obsoleti) e sono stati erogati contributi per 4,3 milioni di euro, a fronte di un investimento complessivo (da parte delle aziende agricole) di circa 15 milioni di euro. Abbiamo così ottenuto che circa il 30% della superficie viticola provinciale è stata rinnovato.