– L’entroterra potrebbe aiutare la costa a riempire gli alberghi. Ha potenzialità enormi. Mentre il mare, il sole, gli ombrelloni hanno concorrenti in ogni angolo della terra, la natura ed i borghi della provincia di Rimini, estendibile al Montefeltro ed alle ville di Pesaro, ad Urbino ed al Montefeltro, sono un’offerta unica. O si viene qui, oppure nulla. Nel 2004 i musei hanno segnato due milioni in più di presenze. In questo speciale classifica, l’Emilia Romagna è lontanissima dalle prime.
La Regione Emilia Romagna ha stanziato somme importanti che hanno riportato i borghi agli antichi splendori. Borghi, tuttavia, che possiedono dei nei: mancano i negozi di artigianato. Ma una bella mano potrebbe giungere dai prodotti eno-gastronomici: vino, olio, carne, formaggi, miele. E da quelle atmosfere molto romagnole.
Ma qual è al momento la situazione dell’entroterra? Massimo Gottifredi, ex assessore provinciale al Turismo, fino al 31 maggio anche presidente dell’Agenzia di marketing (ruolo, insieme all’assessorato, preso da Andrea Gnassi): “L’impressione è che si sta muovendo qualcosa anche se non con rapidità. Diciamo che in un ideale percorso 100, siamo a quota 40. Negli ultimi anni sono stati compiuti poderosi passi in avanti. I borghi si sono orientati verso la qualità. Comuni, Provincia e Apt (Azienda di promozione turistica) li hanno promosso sui mercati; solo che per ottenere dei risultati ci vuole tempo. Tra l’altro possono fungere da aiuto alla costa in primavera ed a fine estate”.
“In ogni caso – continua Gottifredi, che ha alle spalle una importante esperienza lavorativa in Spagna, Olimpiadi di Barcellona – la strada intrapresa va continuata. Altrimenti gli sforzi economici fatti, potrebbero rivelarsi vani. L’ultima promozione dell’entroterra è avvenuta sui mercati scandinavi, dove abbiamo proposto le ricchezze artistico-culturali e quelle eno-gastronomiche.
Naturalmente abbiamo anche dei limiti: le colline si raggiungono attraverso percorsi non proprio piacevoli. Così andrebbero individuati tragitti piacevoli agli occhi. Ad esempio le Grotte di Onferno si possono raggiungere da due strade; fare quella del crinale (con un paesaggio molto vicino a quello toscano) andrebbe consigliato”.
Montefiore Conca negli ultimi 10 anni è stata rivoltata come un calzino. Per il recupero sono stati investiti una ventina di miliardi. Oltre ai restauri, si è preparato anche uno spazio attrezzato capace di ospitare 50 camper; deve essere soltanto inaugurato.
Afferma Claudio Battazza per 14 anni sindaco: “Abbiamo investito tanto nell’ultimo decennio. Abbiamo reso fruibili parti belle: piazzette, slarghi, passeggiate, giardini. Ma gli investimenti per l’entroterra sono ancora insufficienti per presentarsi sul raffinato mercato del turismo d’arte e della natura. Che è fatto di osterie giuste, di una natura adeguata, di arte e storia. Di parcheggi, di alberghi. Di artigianato e prodotti eno-gastronomici di qualità. Per queste ragioni si va in Toscana e per le stesse si dovrebbe venire da noi. Per il prodotto finito ci vogliono altri investimenti. La mia preoccupazione è che i progetti per l’entroterra stiano rallentando”.
Un lavoro forte, importante, oltre alle istituzioni, dovrebbe essere giocato dagli albergatori, dai bagnini. Sono costoro i primi megafoni di un patrimonio capace di fidelizzare gli ospiti. E sono sempre costoro che dovrebbero vendere i prodotti dell’eno-gastronomia. Nelle altre regioni ci sono 90 vini locali e 10 forestieri; nei nostri ristoranti ed alberghi è l’esatto contrario.
di Francesco Toti