– “Il gruppo scout di Villa Verucchio è nato nel 1985 come occasione di aggregazione che educasse i ragazzi e li accompagnasse sino alla maggiore età”. Così Sante e Rita ricordano i primi momenti della nascita del gruppo scout di Villa, a cui hanno partecipato, ormai vent’anni fa, quando erano una giovane coppia, assieme allo scomparso don Aldo Foschi.
Un’esperienza, quella del gruppo scout di Villa, che ha visto gradualmente formarsi prima il Reparto, coi ragazzi dai 14 ai 16 anni, poi il Clan, composto dai giovani, e da ultimi i Lupetti, bambini dagli 8 agli 11 anni.
“Dopo i primi otto anni che abbiamo passato nella comunità Capi del Rimini 1- continuano Rita e Sante -, siamo diventati autonomi poiché alcuni dei primi ragazzi, ormai cresciuti, decisero di darci una mano e diventare a loro volta educatori”.
Tra i ricordi di questo lungo periodo, i tanti pomeriggi trascorsi “in sede”coi ragazzi e i numerosi viaggi per esplorare (come vuole lo stesso nome di scout e aiutare). “A Londra cita ancora la coppia – con l’Alta Squadriglia, a Capo Nord in pullman, ospiti degli scout svedesi col Clan, a Monaco dagli scout tedeschi, a Parigi alla Giornata Mondiale della Gioventù, poi il servizio in Albania e Croazia”.
E i ragazzi, i veri protagonisti, cosa ne pensano? “Che sono stati vent’anni di storia, venti anni di avventura, venti anni di divertimento?” afferma Sara, che fa parte del Clan e di anni negli scout ne ha già trascorsi dieci.
Per don Piergiorgio Farina, parroco di Villa Verucchio, “assistente” del gruppo e animatore di campi di formazione per capi scout a livello regionale, il festeggiamento è stata l’occasione per ribadire che “lo scoutismo è anzitutto un metodo educativo che offre strumenti pedagogici ed insieme dei contenuti”.
“Oggi viviamo spiega il sacerdote – in una società che lascia i ragazzi a se stessi e dall’altra parte è paternalistica, perché è richiesto impegno quando non si pongono le condizioni di pretenderlo, si dà tutto senza sollecitare lo spirito di sacrificio e di responsabilità”.
Parole chiave, queste ultime, condivise dallo scoutismo di tutto il mondo già dai primi momenti della sua formazione in Inghilterra, ormai ottanta anni fa, ad opera di Baden-Powell.
“Nello scoutismo c’è un impegno concreto – continua don Piergiorgio per cambiare e migliorare il mondo credendo che si tratta di un sogno possibile. Si rifiuta l’immagine di un mondo al negativo. Si propone un incontro generazionale”. Eppure tutto questo richiede un impegno notevole, sempre più difficile da organizzare nei ritmi frenetici di questi anni. Anche Rita e Sante ammettono di sentire la fatica dell’impegno svolto: “ma anche la gratificazione dicono – per le bellissime esperienze che abbiamo vissuto coi nostri ragazzi”.
Anzi, in molti casi sembra che sia proprio questa chiamata all’impegno concreto ad attirare ancora giovani e meno giovani allo scautismo: “ci sono alcuni aspetti della vita scout conclude il parroco di Villa – che ancora affascinano e che fanno di questa esperienza educativa una proposta efficace e durevole, capace di affascinare ancora giovani e adulti. Non possiamo che ringraziare coloro che in questi anni si sono prodigati con grande generosità, spendendo energie, soldi, tempo, in questa impresa”.
di Andrea Parato