Ero a Rimini. Mi accodo al semaforo rosso; il terzo della fila. Arriva il verde, al momento di partire, maldestramente, pasticciando tra gas e frizione, l’auto si ferma. Provo a rimettere in moto, ma il motore tossicchia: non ne vuole sapere di riaccendersi. Scendo, chiedo aiuto, una spinta, all’automobilista dietro. Costui con molto garbo, mi manda a quel paese: sgasa, mi sopravanza. Nel frattempo il semaforo è diventato rosso. Dalla corsia opposta, scende un ragazzo e mi chiede: “Serve una spinta?”. Urlo un sì liberatorio. Mi metto dentro; lieve spinta, con l’automobile che si rimette in moto. E’ gratificante per la mente che ai maleducati si contrappongono gesti di grande civiltà e passione.
Lettera firmata