Premesso che, come al solito, l’amico Claudio è troppo generoso nei miei confronti (cosa che considero segno di amicizia o di stima a volte mal riposta e non certo di piaggeria), mi corre l’obbligo di fare alcune precisazioni relativamente alle stesse “riflessioni”.
La prima è questa: chi volesse sincerarsi che quello riportato da Claudio è proprio il mio pensiero non potrebbe rivolgersi all’archivio del Comune di San Clemente perché quel documento (cinque o sei pagine da me personalmente dattiloscritte) è patrimonio, oltre che mio, di pochi intimi e non è mai stato consegnato agli atti del Comune. Buone o cattive che fossero quelle idee sono rimaste, purtroppo o per fortuna, una esercitazione intellettuale di un misanese che, incidentalmente e per il breve lasso di tempo di poco meno di tre anni, si è trovato a fare il Sindaco di San Clemente.
La seconda: se è vero che, seppure a distanza di quasi quindici anni, non trovo motivi sostanziali per pensarla molto diversamente da allora, è altrettanto vero che, la ricomparsa di queste mie “riflessioni” non va assolutamente intesa, almeno da parte mia, come un modo surrettizio per esprimere giudizi sul lavoro svolto da chi, a partire dalla primavera ’93, si è assunto l’onere di gestire in prima persona le sorti del Comune di San Clemente. D’altronde noi (ovvero l’Amministrazione da me diretta) di Variante al PRG ci siamo limitati a parlarne, mentre chi è venuto dopo di noi quella variante l’ha preparata e approvata ed ora la sta gestendo.
Infine, da un punto di vista strettamente personale, ho già avuto una volta, da misanese, la presunzione di poter capire e amministrare il Comune di San Clemente e, a distanza di tanti anni, non ho alcuna intenzione di ricadere nello stesso peccato esprimendo opinioni su decisioni delle quali posso vedere solo qualche effetto “esteriore” ma che non conosco nel loro concreto divenire.
Antonio Semprini