– Molte parole sono state spese in questi ultimi mesi sui giornali locali, tra gli addetti ai lavori e da parte di esponenti dell’amministrazione comunale, sul mondo dello sport della nostra cittadina. Prima di tutto alcuni dati. Cattolica conta 21 società-associazioni sportive che muovono circa 3.500 tra atleti e amatori, che sono rappresentative delle molte discipline sportive nazionali. I risultati ottenuti a livello agonistico non sono da sottovalutare: nel nostro piccolo possiamo vantare atleti che sono campioni provinciali e regionali negli sport individuali, e società che militano con buoni risultati negli sport a squadre.
Da diverso tempo esiste una Consulta sportiva comunale rappresentata dai presidenti o delegati di tutte le società e presieduta dall’assessore allo Sport. Si riunisce periodicamente e può, con le sue deliberazioni, dare indicazioni riguardo le problematiche da affrontare in concertazione con l’amministrazione comunale. Le strutture sportive cittadine, e quindi gli spazi dove fare sport, sono date in gestione alle società sportive dall’amministrazione con apposita convenzione quinquennale. Qui vengono specificati i diritti e i doveri delle parti stipulanti e l’assegnazione avviene usando parametri e criteri concordati.
Aprendo una piccola parentesi sugli impianti sportivi esistenti a Cattolica, c’è da dire che per motivi diversi, ma dove il principale è sicuramente il cambiamento del tessuto urbano cittadino degli ultimi 15 anni, si è prodotto il pessimo risultato di avere sempre meno spazi verdi a disposizione. Questo è il risultato dell’avanzata del mattone e nuove cementificazioni, costringendo i bambini e i ragazzi di Cattolica di poter usufruire del loro tempo ludico o aggregativo all’aperto, solo attraverso gli spazi sicuri e garantiti degli impianti gestiti dalle associazioni sportive.
Ecco perché diventa di vitale importanza portare a termine nel più breve tempo possibile, la realizzazione del nuovo centro sportivo polifunzionale individuato nelle terreno situato dietro la chiesa San Benedetto, a ridosso quindi del polo sportivo esistente. L’opera, caldeggiata dalle società sportive coinvolte, darebbe respiro alle richieste dei nostri ragazzi di poter avere un luogo dove giocare liberamente, ben strutturato e soprattutto con accesso gratuito. Sarebbe funzionale anche alle esigenze delle scuole limitrofe per attività motorie di vario genere. Su questo progetto l’amministrazione comunale si è pubblicamente impegnata, attraverso le parole dell’assessore allo Sport. Tramite il bando provinciale si poteva reperire parte delle risorse occorrenti per la realizzazione dell’opera, ma, ahinoi! le notizie non sono buone perché dalla Provincia fanno sapere che il progetto di Cattolica è arrivato ultimo perché mancante del progetto esecutivo. Insomma, niente soldi! Pertanto per alcuni anni niente centro sportivo polifunzionale. Domanda alla giunta: incompetenza? Leggerezza? Scarsa volontà politica?…
Riprendendo l’approccio iniziale del problema sport, come si è visto, l’amministrazione comunale non può più considerare questo mondo come un interlocutore di serie B. Questo per effetto sia della struttura che lo sport si è dato in questi anni, sia per i grandi numeri di utenti e famiglie coinvolte. L’occasione che si era aperta oggi con la stipula delle nuove convenzioni, avrebbe dovuto imporre alle istituzioni comunali una riflessione a 360° su tutto il movimento sportivo cittadino. Quale indirizzo dare alle società, ma solo attraverso scelte chiare e trasparenti, capaci di indicare un percorso non solo finalizzato all’agonismo, ma anche, e soprattutto per le piccole realtà come la nostra, educativo e formativo. L’unico percorso che può proseguire in un certo qual modo l’educazione familiare che i nostri ragazzi ricevono dai loro genitori, che offre anche potenzialità d’integrazione, visto l’accrescere di bambini e ragazzi provenienti da altri paesi. E’ proprio la passione per lo sport, spesso, che aiuta a conoscersi e a scavalcare quelle barriere di sospetto create da noi adulti.
Lo sport rende amici fa abbracciare nell’intento comune ragazzi cresciuti con culture diverse, giovani provenienti da paesi lontani che cercano un modo per integrarsi nella nostra realtà. Quale miglior volano ci può essere per portare, di conseguenza, ad avvicinarsi anche le famiglie?
Tutto questo è sentito oggi dalle stesse società sportive, e la mancanza di spazi liberi e non pericolosi, le porta ad assistere e subire al fenomeno che porta ad anticipare l’iscrizione alle attività motorie già all’età di 6-7 anni. Ecco perché diventa importante che ci sia una giusta preparazione da parte dei tecnici delle associazioni sportive, che dovrebbero avere esperienze I.S.E.F., di diploma, laurea o avere frequentato corsi per educatori con attestati riconosciuti. Diventa altrettanto importante aprire un percorso formativo progettuale con le scuole, senza poi dimenticarsi dello svolgimento di attività sportive rivolte alla terza età.
Qui sta il nodo di tutto il vociare di questi mesi, fra chi la pensa in questo modo e chi invece vorrebbe proprio sulle convenzioni ridistribuire con parametri discrezionali e non oggettivi il contributo comunale per la gestione degli impianti. Sarebbe stato un grande atto di responsabilità usare i soldi pubblici per lo sport, dividendo la pura gestione di un impianto pubblico dall’attività che ogni società sportiva svolge. Per quest’ultima esiste a Cattolica una graduatoria di merito, che usa parametri di virtuosità propri di ognuna che si rifanno poi al pensiero sopra descritto.
Scindere in due il contributo, usando magari le risorse aggiuntive messe a disposizione dopo le polemiche sui tagli, avrebbe messo in moto quel processo virtuoso in cui ogni società tenderebbe a migliorarsi per scalare la graduatoria elevando così le proprie capacità di formare non solo atleti ma persone. Inoltre si sarebbe potuto dare un aiuto di crescita anche alle piccole società, spesso bollate come sport minori.
Infatti queste sono presenti in graduatoria, ma non avendo in gestione gli impianti, sono costrette ad usarli in ore concordate con i gestori. Insomma, per la loro attività, che una convenzione machiavellica vorrebbe fare addirittura pagare, li penalizza così ulteriormente nei costi, visto che non ricevono nessun contributo, ma vivono delle quote di iscrizione. Col sistema maggiormente perequativo sopra descritto sarebbero pesate meno anche nelle tasche delle famiglie.
Concludendo continuo a pensare che ingessare completamente il contributo comunale legandolo solo alla gestione degli impianti è un errore. Peraltro il costo di gestione è facilmente dimostrabile, visto che è fatto di costi fissi esclusa la manutenzione ordinaria a carico delle società in cui c’è già un parametro che differenzia i costi tra i campi di calcio e strutture al chiuso a favore dei primi, e i costi di custodia e pulizia che però sono simili fra loro per tutti.
E’ un errore non scindere il contributo, almeno quello aggiuntivo, perché oltre a far pensare ad una sorta di tutela per alcuni, proprio per il metodo discrezionale che si vorrebbe usare con le nuove convenzioni fra Comune e società sportive aventi diritto, contribuisce a creare una sorta di rilassatezza nelle associazioni stipulanti, perché tanto i soldi arrivano ugualmente a prescindere anche dal numero di iscritti di ognuna. Questo rende il lavoro più oneroso a chi ne ha di più.
di Enrico Del Prete
I NUMERI
Le 21 società
– Sono 21 le società -associazioni sportive cattolichine: Cattolica calcio, Superga, Torconca, Judo, Taekwando (2 squadre), Tajchi, Circolo nautico, Basket, Volley, Karate, Atletica 75, Boxe Team, Ping pong, Velo club, Centro danza (2 associazioni), Nuoto, Tennis (2 circoli), Bocciofila.