– Gli albergatori anziani sono una risorsa o un limite all’innovazione delle strutture alberghiere di Misano? Questa domanda è stata posta con forza sullo scorso numero del nostro giornale. Ora un forum per sapere come la vedono i cosiddetti addetti ai lavori. Ne è risultato un affresco con molti chiaroscuri.
Il forum non può che iniziare da Iliana Baldelli, presidente degli albergatori misanesi. Dice: “Gli anziani sono sia una risorsa, sia un limite. Dalla loro hanno l’esperienza, sono riusciti a conquistare e fidelizzare la clientela. Il loro limite è che resistono all’innovazione. La terapia potrebbe essere quella di lasciare tutto ai figli; non con un passaggio drastico, però. Va detto che a Misano non vedo molti anziani al timone degli alberghi; spesso sono i figli che non vogliono più continuare a fare gli albergatori. Fare questa attività, oggi, non ti riempie di soddisfazioni. C’è la crisi, non è facile conservare la clientela. Dunque, i giovani preferiscono impiegarsi in altro”.
E’ tra i maggiori albergatori della provincia di Rimini. Chi lo conosce dice che vederlo lavorare è un autentico piacere. Il suo spirito può essere benissimo trasferito in altre settori, sia nel rapporto col personale, sia col cliente. Argomenta: “Non credo che sia questione di vecchiaia e gioventù. L’intelligenza non va mai a dormire. Ci sono vecchi dinamici e giovani pigri. Credo che l’innovazione sia un’attitudine molto personale. Non è solo questo il nostro problema”.
Un altro albergatore, uno tra i più importanti di Misano. “Il turismo degli anni Sessanta – afferma – è oramai superato. Era il periodo in cui c’erano più clienti che letti a disposizione. Purtroppo si andava avanti dicendo che si era lavorato anche l’anno prima e che si sarebbe continuato a farlo anche nel successivo”.
“Credo – continua il nostro albergatore – che non si possa incolpare nessuno per via della mentalità. I figli dei vecchi albergatori hanno avuto la possibilità di girare il mondo ed hanno visto un nuovo modo di fare turismo. Chi ha potuto, è riuscito ad rinnovare le strutture in tempo. In tanti, purtroppo, hanno perso il treno giusto. Ora recuperare, per offrire quello che la clientela chiede, significa investire alcune centinaia di migliaia di euro, se non milioni. Inoltre, c’è un altro fatto. Oggi, il cliente te lo devi andare a cercare con costose operazioni commerciali”.
Dà un giudizio anche su chi si lamenta delle poche possibilità avute di trovare spazio ed espressione. Taglia: “E’ inutile recriminare con i genitori. Credo che ai primi diverbi, si potessero anche scegliere altre strade e non restare col babbo. Insomma, lamentarsi va bene, ma c’era l’opzione per svolgere un’attività in proprio in periodi dove c’era spazio per tutti”.