– Un morcianese alla testa della macroregione Adriatica con Rimini come capitale. Ezio Angelini è il nuovo governatore del Distretto Lions Club 108 A. Composto da quattro regioni (Romagna, Marche, Abruzzo e Molise), la cerimonia del passaggio delle consegne, da Giorgio Mataloni, è alle 10 di domenica 16 luglio presso l’agriturismo “i Tramonti” a Saludecio.
Carica di prestigio, è la prima volta che tale ruolo viene ricoperto da un socio della Valconca.
Il cerimoniale vuole che il neo-governatore si scelga il proprio motto. Quello del morcianese: “Affinché siamo una cosa sola, con il meglio di noi stessi, amore e gioia per servire, nel servire per concretizzare”.
Dice Angelini: “Altro non è, a mio avviso, che la miglior rappresentazione del ‘We Serve’, noi serviamo: il nostro motto!”.
Sposato con Marina Montanari, due figli, bancario della Banca Popolare Valconca in pensione, Angelini è un morcianese di origine riminese, del quartiere San Gaudenzo, come ama sottolineare con una bella punta di sana civetteria, com’è nel suo spirito. Proveniente da Misano (dove il babbo era direttore della Carim), la famiglia giunse a Morciano negli anni Sessanta al seguito del babbo direttore della locale Carim. Di cultura cattolica, ha animato la parrocchia di Morciano negli anni Sessanta con don Piero (oggi parroco a Mercatino Conca), successivamente è stato capo scout.
Una caterva di interessi, grande facilità di farsi voler bene nei rapporti interpersonali, il ciuffo alla Tin Tin, del suo ruolo dice: “Vorrei che il nostro servire abbia alla sua base il lavorare insieme in armonia, in amicizia e, perché no, anche in allegria”.
L’incarico è motivo di prestigio anche per Morciano. Angelini porterà il nome della città nelle quattro regioni nelle tante cerimonie ufficiali del suo anno di governorato. Inoltre, Morciano troneggia anche nel suo personale labaretto. Su un lato, al centro, reca la foto notturna del Comune “della mia Città con il relativo stemma comunale”.
Come simbolo c’è anche la rosa dei venti: “a non perdere l’orientamento, a seguire la rotta che ci si è prefissata verso la nostra meta, e a cui dobbiamo e possiamo contribuire tutti con impegno e concretezza, orgoglio e passione. Serve a capire dove tira il ‘vento’, cioè cosa si aspetta da noi la nostra comunità, ma anche sapere andare controvento se necessario, se contrario alla nostra etica”.