La Monna Lisa del celebre ritratto di Leonardo Da Vinci era soprattutto felice, ma anche leggermente disgustata, impaurita e un po’ arrabbiata. A decifrare i sentimenti nascosti dietro il sorriso più misterioso della storia dell’arte.
Secondo un settimanale inglese è stato un programma messo a punto da un gruppo di informatici olandesi e americani. Si tratta di un software per il riconoscimento delle emozioni, che funziona mettendo in relazione i tratti del viso e le diverse caratteristiche che assumono quando si provano emozioni diverse.
Il programma ha esaminato ogni dettaglio della curvatura delle labbra e delle pieghe attorno agli occhi. Quindi, ad ogni elemento ha assegnato un punteggio, obiettivo ultimo riconoscere le emozioni umane semplicemente guardando fotografie o video, in modo da calibrare la risposta sulla base delle espressioni. Un programma eccezionale “non trovate anche voi?”.
Un filone di ricerca che in futuro potrebbe portare a sistemi di sorveglianza più intelligenti. Pensate ad esempio: a Bankopoli, oppure ai “furbetti del quartierino”, tanti. Questi bei faccioni annidati nei meandri di protettorati economici e politici, che sono ovunque; nelle grandi società finanziarie e industriali. Pensate per un attimo! Il piacere che possono provare ad avere un programma simile sulla loro scrivania. Questo computer, che ad un certo punto e per certe operazioni illecite! dica: “Guardati l’emozione del tuo viso!”, non puoi farlo, questo proprio non puoi farlo, anche se nessuna giustizia terrena ti punirà.
Prova invece un’altra emozione, prova il “sentimento”, come ad esempio rinnovare il contratto dei metalmeccanici, che aspetta da due anni e per pochi euro, pensa quante famiglie faresti contente e felici. Tu hai il denaro, il successo, ma non hai l’amore per il prossimo, non hai la stima degli altri. Nessun uomo può fare la morale ad un altro uomo, ma è un interrogativo che si pone e bisogna darsi una risposta.
Seguendo il filo del tema si dovrebbe forse dire, che il computer ti vede e Dio no? Come diceva don Camillo, su altri temi? Nel modo più assoluto spero che non arrivi mai quel giorno, anche se ricorderei più spesso a uomini di chiesa, che: non usiamo la parola “vera” ma illecito e peccato. Ma poi quando a commettere illeciti sono certi personaggi della borghesia benestante: “suvvia!”.
Ma torniamo all’opera Leonardesca, la Monna Lisa così cupa, arrabbiata che fantasticamente vedeva il mondo di oggi già allora? Cosa occorre per essere felici, il denaro? Il successo? L’amore? La stima degli altri?
E’ un interrogativo di sempre. Ma allora cosa ci può aiutare a combattere gli stati mentali negativi (la rabbia, l’odio, l’avidità). Forse tu Monna Lisa volevi coltivare gli stati positivi (la gentilezza, la generosità, la tolleranza verso gli altri), riscoprire la qualità per eccellenza: la compassione.
Ma forse, cara Monna Lisa anche a quei tempi non e stato possibile, trasformare le avversità per conquistare una stabile e profonda serenità interiore. Come noi oggi non riusciamo a sconfiggere l’ansia, l’insicurezza, a volte la collera e lo sconforto per vivere meglio con noi stessi e con gli altri?
di Giorgio Pizzagalli