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Home Località Riccione

Inceneritore, ora lo snodo è la dimensione?

Redazione di Redazione
12 Settembre 2006
in Riccione
Tempo di lettura : 3 minuti necessari
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– “La partita che si andrà a decidere sull’inceneritore di Raibano, guardando la fotografia, mi fanno porre tre domande. La prima; perché costruire il quarto forno e di tali dimensioni quando si va a partire con una raccolta differenziata spinta?
La seconda; con tale struttura andremo ad importare rifiuti da fuori provincia?
La terza; nell’inceneritore bruceremo anche i rifiuti speciali che dovrebbero avere un altro ciclo?”.
Le domande-riflessioni se le pone ad alta voce Mario Galasso, assessore all’Ambiente del Comune di Riccione.
Galasso alza gli orizzonti anche sul futuro con un’altra riflessione. Argomenta: “Con la raccolta differenziata al 50-60 per cento vuol dire dimezzare il rifiuto della nostra provincia. Dunque, perché spendere tanti soldi per la quarta linea e non adeguare le linee alla nuova realtà?”.
Da anni la questione inceneritore di Coriano ha spaccato il territorio provinciale, i Ds, la maggioranza di centrosinistra e perfino la minoranza provinciale di centrodestra.
L’ultima parola sarà messa dal Consiglio provinciale che dovrebbe approvare il Piano rifiuti della provincia di Rimini. Salvo sorprese, lo si dovrebbe votare tra ottobre e novembre.
Intanto, lo scorso 3 agosto, si è tenuto il Consiglio provinciale aperto sui rifiuti e Raibano. Presenti i comitati cittadini e gli scienziati. C’erano i cittadini che abitano nella zona del termovalorizzatore e c’erano gli amministratori. Come da accordi con i Comuni attorno all’inceneritore e con le forze politiche, verrà costruita una quarta linea, dismesse le prime due, per il contenimento ulteriore delle emissioni. Inoltre, la raccolta differenziata sarà “spinta”, portandola al 60% nel 2012. E sarà aperta anche la discarica. Il Consiglio provinciale ha ascoltato le istanze dei comitati e le analisi dei docenti universitari e dei consiglieri. Rifondazione ha espresso la propria contrarietà al Piano, così come le minoranze. I comitati hanno espresso preoccupazione per la vicinanza dell’impianto, i docenti universitari hanno illustrato i numeri dell’inquinamento. Riziero Santi, Ds, ha detto che occorre fare passi in avanti anche dal punto di vista della responsabilità individuale, di chi produce ma anche di chi consuma. Ha poi ribadito il suo sì al Piano perché esiste il doppio vincolo della riduzione delle emissioni e della riduzione della quantità del trattato, ma ha aggiunto che è interessato alla piattaforma dei rifiuti zero.
Sandro Pizzagalli, Rifondazione, ha bocciato il piano proponendo la raccolta differenziata spinta. Filippo Airaudo, An, ha polemizzato sul piano dei rifiuti di sinistra. Fabrizio Piccioni, Pdci, ha chiesto una nuova un’indagine epidemiologica nella zona e Luigino Garattoni, Verdi, ha spiegato la ratio della mediazione politica che ha portato alla proposta di questo Piano rifiuti. Il presidente Nando Fabbri ha spiegato il grande equilibrio del Piano frutto della raccolta di opinioni e suggerimenti. Un piano armonico che raccoglie le proposte di Rc, Pdci e Verdi e dei Comuni interessati, un piano che punta sulla raccolta differenziata al 60% nel 2012 e sulla qualità della quarta linea. Non più quantità, ma qualità e basse emissioni. Ha snocciolato un numero enorme di dati e di studi il presidente Fabbri, facendo capire chiaramente che il piano della Provincia di Rimini è pienamente coerente con le scelte europee. Tre parole: riuso, recupero e riciclo. Autosufficienza ed energia utile.
Il nuovo Piano rifiuti provinciale prevede la costruzione di un quarto forno a Raibano e la chiusura dei primi due vecchi; inoltre dovrebbe essere aperta una discarica nel territorio di Torriana. A Raibano era prevista anche una centrale termoelettrica, stracciata dopo un aspro scontro.
Ogni anno, i quasi 300.000 abitanti del territorio provinciale producono attorno a 220.000 tonnellate di rifiuti; una parte viene incenerita a Raibano, un’altra invece viene portata nella discarica di Sogliano (Forlì-Cesena). La legge afferma che ogni provincia deve essere autosufficiente nello smaltimento dei rifiuti.
Nanoparticelle
Sui moderni inceneritori ricerche scientifiche hanno messo in evidenza che durante l’incenerimento si producono nanoparticelle; sono polveri talmente sottili che la pelle non riesce a schermarle ed entrano nel corpo, con gravi conseguenze sulla salute. Le nanoparticelle non sono contemplate dalle leggi sulle polveri. Su queste sono stati chiesti approfonditi studi epidemiologici.
Futuro
“Lavoriamo insieme per l’autosufficienza e per la salute dei cittadini” ha detto l’accorto Fabbri, presidente della Provincia di Rimini. Ma l’autosufficienza e la salute non possono passare per questo Piano. La risposta dovrebbe essere più articolata, non meno che fattibile. La politica deve dare risposte, tenendo conto dei costumi dei cittadini che nei cassonetti con noia e superficialità ci infilano di tutto. Dunque, primo pigiare sulla raccolta differenziata (attorno al 20 per cento nel riminese, una delle più basse dell’Italia del Nord), riflettere sulla quarta linea e le nanoparticelle e costruire una discarica la più sicura possibile per l’ambiente e per i cittadini. A poche centinaia di metri dell’inceneritore ci sono 2.400 alberghi sulla costa e due parchi, Aquafàn e Oltremare. La partita inceneritore è anche una partita economica legata alla qualità della vita.

Raccolta differenziata porta a porta nella primavera 2007

– L’anno prossimo, dalla primavera, nel quadrilatero che va dal Marano, portocanale, ferrovia, mare, sarà effettuata la raccolta differenziata giornaliera porta a porta. L’intento è di raggiungere il 60 per cento (oggi la media riccionese è sul 20).

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