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Inquinati e infelici: si balla sul Titanic

Redazione di Redazione
12 Settembre 2006
in Cattolica
Tempo di lettura : 5 minuti necessari
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– Domenica 27 agosto, presso l’ex Eden Rock di Gabicce Monte, si è tenuto il convegno “Ambiente: evitare la catastrofe si può” organizzato dalla coalizione Arcobaleno di Cattolica e dall’associazione culturale “Voce in capitolo” in collaborazione con il Comune di Gabicce Mare.
I relatori hanno parlato di aspetti dell’inquinamento ambientale dei quali poco si dibatte in pubblico e tanto meno in TV semplicemente perchè, affermano i tre scienziati è ‘comodo’ fare così, cioè è funzionale a una gestione della politica, (sia di destra che di sinistra), ormai completamente autoreferenziale e autoconservatrice. La coordinatrice del dibattito, Valeria Antonioli, consigliere dei Verdi/Arcobaleno nel comune di Cattolica, ha posto una domanda secca: “Siamo tutti seduti su un ramo che stiamo tagliando o ci si può salvare?”
Gianluigi Salvador
Gianluigi Salvador, responsabile del WWF energia e rifiuti del Veneto, ha risposto che tutto dipende dalle scelte che faremo. E’ folle pensare di continuare a produrre così tanti rifiuti pensando di distruggerli all’infinito. Il pianeta non è ‘programmato’ per questo. In 3 miliardi di anni di vita, lo scarto è sempre stato riutilizzato in natura. Ora lo si sta solo accumulando, ma fino a quando? “Stiamo ballando sul Titanic – avverte Salvador – e forse sono state già raggiunte soglie d’irreversibilità. Già 100 anni fa gli ecologi calcolavano che con i ritmi di sviluppo allora in corso, il pianeta non ce l’avrebbe fatta. Non solo Malthus, ma anche Leopardi paventava già la catastrofe naturale, osservando nel comportamento umano la mancanza di rispetto per l’ambiente. Figuriamoci ora. Nello specifico: qui Hera fa una raccolta differenziata schifosissima. Quello che sta facendo non è nell’interesse della collettività nè del suo futuro. Al contrario della missione del WWF che è ‘costruire un futuro in cui vivere in armonia con la natura’ e per far questo bisogna dire la verità. E dire la verità, nel ‘tempo dell’inganno’, diventa un atto rivoluzionario che i responsabili ‘istituzionali’ temono perchè contrasta con le loro perenni logiche elettorali di autoconservazione. In Italia occorre invece investire su una vera strategia di sopravvivenza che tenga conto dell’attuale situazione critica, dove il lavoro prodotto dal settore primario e industriale diminuisce sempre a fronte del terziario, per cui ora il Pil è per il 69% costituito da ‘servizi’ (settore terziario) e solo il 31% da attività produttive e industriali (primario e secondario)”. Poi cita Benet Bouldin che già nell’ ’80 avvisava: “Chiunque creda che la crescita esponenziale possa durare all’infinito, o è un pazzo o è un economista”, tralasciando di considerare i politici in quanto effimeri e poco affidabili.
Salvador riprende: “i nostri ‘istituzionali'(politici) non hanno idea di come gestire la ‘decrescita’, mentre la Cina dice di essere disposta a pagare il petrolio a qualsiasi cifra (e questo già destabilizza il mercato) e nel frattempo sta risparmiando il 50% del suo Pil per il suo futuro, (come noi negli anni ’60, quelli della crescita) mentre gli Usa, pieni di problemi, ne risparmiano solo il 10% e ha attualmente indicatori economici peggiori di quelli del ’29. La nostra, come tutta l’economia occidentale, è agganciata a quella americana e perciò siamo destinati a seguirli anche nel disastro.
I nostri ‘istituzionali’ (politici) non hanno idea della ‘decrescita’ di cui parla Maurizio Pallante, nè s’interessano concretamente delle energie rinnovabili, cioè quelle capaci di riprodurre se stesse in misura superiore di quello che serve. Le piante, in natura, sono il massimo della produttività: trasformano anidride carbonica in ossigeno, lo scarto in energia. Tutto dipenderà dalle biomasse e dall’energia solare quando sarà esaurita ogni forma di energia fossile. Avremo il petrolio ancora per 41 anni, il gas naturale per 66, il carbone per 189 e l’uranio per 36.
I livelli strategici dove intervenire sono quindi il risparmio energetico soprattutto nell’edilizia, nei trasporti, nella rigenerazione elettrica (con centrali di cogenerazione), e la ricerca di energie rinnovabili”.
Invece, nella solita politica degl’incentivi di Stato, quella che Beppe Grillo definisce ormai “il vero capitalismo italiano”, si destinano agl’inceneritori fondi che potrebbero essere impiegati molto più efficacemente nel risparmio dei rifiuti e degli sprechi, negl’impianti di cogenerazione e nelle energie alternative pulite.
Salvador conclude: “Così ci guadagnano solo gli ‘istituzionali’ e le società di servizi come Hera che con gl’inceneritori produce energia ad un costo 3 volte superiore al normale. In sostanza, gl’incentivi mantengono attivi gl’inceneritori… e tutti i connessi”.
Rodolfo Coccioni
Il geobiologo Rodolfo Coccioni del’Università di Urbino ha poi mostrato carte della costa romagnola e marchigiana abbastanza inquietanti. In esse si vede una sempre maggiore sedimentazione di metalli pesanti (cancerogeni) a distanze dalla costa di 500m., 2000 e 5000. Praticamente dove si pesca. I più forti accumuli sono in prossimità delle foci dei fiumi e nei dintorni di Rimini-Riccione. E’ provato infatti che gl’inceneritori producano nanoparticelle di metalli indistruttibili e che una volta finiti in mare, risalgono la catena alimentare fino all’uomo. I metalli (piombo, mercurio, rame, cadmio, nichel,… e arsenico) sono assorbiti soprattutto dal pesce che vive sul fondo. Ha detto Coccioni: “Legambiente dice che il nostro mare sta bene… forse perchè non ci sono colibacteri che impediscano la balneazione. Ogni anno a molti comuni della costa vengono assegnate bandiere blu per lo stesso motivo e una serie di altri che niente hanno a che fare con l’inquinamento da metalli pesanti in mare. Si campiona così solo l’acqua per questo tipo di monitoraggi e non il fondo marino. Fano, dopo Falconara, è il sito peggiore di depositi. Eppure ha la bandiera blu. Occorre fare capire che non è sufficiente avere acqua priva di colibacilli, ma monitorare anche il fondo. Invece anche la politica della gestione dei prelievi di sedìme ostacola la ricerca imponendo costi di gran lunga superiori di quelli che, con gli stessi mezzi, avviene normalmente nei laboratori americani. Resta poi il problema della comunicazione: diffondere questi dati, è impossibile attraverso i canali ufficiali che dovrebbero essere a uso e vantaggio del cittadino. Lo si può fare solo per mezzo di conferenze o blog come quello di Beppe Grillo”.
Fausto Bersani
Fausto Bersani Greggio, fisico che collaboratore CSAAE (Università di Urbino), collabora ai laboratori nazionali del Gran Sasso e membro del Comitato Tecnico provinciale di Rimini, ha parlato dell’inquinamento elettromagnetico che dall’invenzione della radio di Marconi a oggi è aumentato di un milione di volte. All’inquinamento prodotto da centrali, tralicci e cabine elettriche (sulle quali camminiamo o viviamo, come quelle seminterrate), si sono aggiunte via via le antenne radio, quelle tv e quelle dei cellulari. Le ultime, completamente in mano a gestori privati in concorrenza tra loro, si diffondono sempre più capillarmente e spesso si mimetizzano dentro camini o insegne pubblicitarie. Il 70% delle radiazioni dei cellulari è assorbita dal cervello e dal 2002 si è riscontrato un progressivo aumento dei tumori cerebrali. La provincia di Rimini ha la maggiore concentrazione di antenne cellulari rispetto l’intera regione che tra l’altro è anche tutta un pullulare di TV e radio private. Le quali essendo di natura commerciale, hanno la loro ragione d’essere nella pubblicità e quindi nel profitto e non certo nel servizio pubblico. Perciò se ne potrebbe fare anche un po’ a meno, visto che, specie le radio, sono quelle più invasive dal punto di vista dell’inquinamento. Anche l’elettromagnetismo ha effetti cancerogeni. Ai quali si devono aggiungere anche gli effetti termici dell’alta frequenza che producono la vasodilatazione del sistema sanguigno. Quindi non solo effetti acuti con forme leucemiche ma anche effetti cronici che l’elettromagnetismo produce e dei quali nessuno c’informa. Perchè fermare il business? Dal business ci guadagnano tanti. E in questo caso si può allora dire che ‘il silenzio uccide’ o comunque, bene non fa. “Eppure – dice Bersani – tanti sono ormai gli studi condotti su soggetti che esposti a campi elettrici maturano forme leucemiche, specialmente nei bambini”. Come difendersi allora? – “Con la distanza e il dislivello. – consiglia Bersani – Cioè i ripetitori devono stare a una certa distanza dai luoghi abitati e a una certa altezza affinchè il loro cono di radiazioni non intercetti le abitazioni.” Bersani conclude che devono essere soprattutto i cittadini a monitorare il territorio segnalando l’apparizione di nuove antenne e tutelando così, da loro stessi, la propria salute, visto che il gestore, sia privato che pubblico, per motivi diversi, non ha interesse a farlo”.

Rodolfo Coccioni:
“Nella costa romagnola e marchigiana, una sempre maggiore sedimentazione di metalli pesanti (cancerogeni) a distanze dalla costa di 500m., 2000 e 5000. Praticamente dove si pesca. I più forti accumuli sono in prossimità delle foci dei fiumi e nei dintorni di Rimini e Riccione”

Salvador:
“In 3 miliardi di anni di vita, lo scarto è sempre stato riutilizzato in natura. Ora lo si sta solo accumulando, ma fino a quando? Stiamo ballando sul Titanic”

Bersani:
“L’inquinamento elettromagnetico dall’invenzione da Marconi a oggi è aumentato di un milione di volte. All’inquinamento prodotto da centrali, tralicci e cabine elettriche, si sono aggiunte via via le antenne radio e cellulari”

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