Si celebra la 41.a Sagra della Castagna: spettacoli, mostre, eno-gastronomia. La manifestazione è anche l’occasione per una passeggiata in uno dei borghi più belli d’Italia.
Mostre
Dalla “lighiera”, gli oggetti riportati sulla terra dai capricci del mare, Albo Righetti, dalla vita del legno, crea delle opere d’arte: con pochi e molti tocchi, come lo stato d’animo del momento e la riflessione della mente comandano.
Pierino Galluzzi, tra l’altro d’origine montefiorese, con gli scarti di guerra (bossoli vuoti) e della natura (ossi di frutta, legni) tira fuori presepi, Crocefissioni, rosari.
Insieme ad altri quattro artisti espongono le proprie opere nella bella Sala degli Archi (palazzo comunale) a Montefiore durante le domeniche della Sagra della Castagna.
Gli altri amici del convivio “Fior d’arte” sono: Nello Pari (sculture di legno e ceramica), Maurizio Ricci (sculture di ferro e legno), Giovanni Magi (sculture in legno d’olivo e pittura), Ugo Bevilacqua (sculture con le radici e pittura).
Nella sala anche le fotografie di Giuseppe Bucci: “Paesaggi e eprsonaggi della Valconca”
Cosa vedere
Il borgo fortificato di Montefiore è uno tra i maggiori del Riminese. Risale al 1300. Vi sia accede attraverso un vero e proprio monumento: Porta Curina. Austera, massiccia, è impreziosita da due stemmi: del papa Pio II Piccolomini e del cardinale Niccolò Forteguerri.
Oltrepassata, sulla destra, si trova la chiesa di San Paolo.
L’interno è stato rivisto in questo secolo, ma conserva opere di notevole valore. Il pezzo più pregiato è il grande Crocifisso dipinto della scuola riminese del Trecento.
Il gioiello è la Rocca Malatestiana. Costruita nel 1300, vi si accede attraverso un arco gotico. Arcigna, imprendibile, sull’ingresso va notato un grande stemma di pietra dei Malatesta.
Mentre il cortile interno è dominato da una vera da pozzo, anch’essa del Trecento.
Oltre all’imperiosità dell’architettura, la Rocca conserva anche degli affreschi importanti. Si trovano nella sala dell’Orologio; dipinti attorno al 1370 da Jacopo Avanzi.
Montefiore non è, però, solo la rocca, ma un paese che riserva diverse sorprese: sono da visitare la chiesetta dell’Ospedale con i suoi affreschi quattrocenteschi di scuola umbro-marchigiana, la chiesa dei Cappuccini del 1574 dove si trova un pregevole tabernacolo ligneo ad intarsi ed il santuario di Bonora.
Castagne
I marroni di Montefiore sono tra i più pregiati d’Italia. Gli oltre mille castagni attorno al borgo producono frutti di qualità. Mentre la castagna selvatica pesa mediamente 5 grammi, la domestica 10-30, quelle montefioresi 40-50 grammi. Inoltre: è dolce e burrosa. Tre i castagneti a Montefiore: a Monte Auro, del Faggeto e a Serbadone.
Il castagno è considerato adulto a 50 anni. In buone condizioni può arrivare a produrne fino a mezzo quintale.
Un ettaro di castagneto produce 7-8 quintali di castagne. Il modo migliore per la raccolta è la caduta naturale; mai la battitura che potrebbe causare danni seri agli alberi.
Le castagne erano il cibo dei poveri. Oggi, la delizia per palati fini. Numerose le applicazioni anche fuori dal campo dell’alimentazione. Vengono utilizzate dalle aziende di cosmesi per pomate di bellezza.
Riapre la Baita
“Salotto di degustazione cultura dei prodotti tipici”. Si chiama “La Tiperia”. E’ Mario Celotti, patron del “Tuf tuf” di Morciano, il proprietario
– Riapre la mitica Baita di Montefiore Conca, immersa nel castagneto-bosco di Monte Auro. Si chiama Baita “la Tiperia”: salotto di degustazione cultura dei prodotti tipici. A riaprirla è Mario Celotti, il proprietario, nonché titolare del “Tuf tuf” di Morciano, nonché uno tra i massimi cultori della tipicità. E’ il luogo dove si mangia, beve, discute, ride, riposa e fanno nuove conoscenze. Con la tradizione, la tipicità, la qualità, il prezzo. Non appena ci si siede, come benvenuto, prosciutto di Carpegna, pane, piada e pinzimonio. Poi zuppa di stagione. E il primo: gnocchetto, cappelletto, “patacuc”, strozzapreti, piatti che raccontano la cultura della Valconca. I secondi ruotano su un gigantesco girarrosto: maialino, castrato, caprettino, coniglio, faraona, cinghialetto.
Per gli amanti del dopocena: formaggio, salsiccia secca. Insomma, tutto l’anno, seguendo le stagioni, il meglio dei sapori del territorio”.
CARTELLONE
Spettacoli
8 ottobre – dalle 15
Orchestra “Brillanti sparsi”
15 ottobre – dalle 15
Orchestra “Ida musicale”
22 ottobre – dalle 15
Orchestra “I boomerang”
29 ottobre – dalle 15
Orchestra “Gli amici del sole”
Ingresso libero