– Aizzatore dei mezzadri in sciopero contro i proprietari terrieri. E’ Benito Mussolini, uno dei dirigenti emergenti del Partito socialista. Si è nell’estate del 1912, l’Italia è impegnata nella conquista della Libia.
Insieme a Benito Mussolini, giungono a San Giovanni altri 4 politici socialisti. Tutti di valore: Francesco Ciccotti Scozzese, Angelica Balabanoff, Argentina Altobelli, Aurelio Valmaggi.
Lo sciopero, oltre a San Giovanni, coinvolge anche i mezzadri di Saludecio e Cattolica. Gli scioperanti come forma di protesta si rifiutano di trebbiare il raccolto e di governare il bestiame. Pratici, i contadini, di nascosto, la metà del bestiame è di loro proprietà, danno loro fieno e acqua. Lo sciopero termina con un accordo: si trebbia il raccolto anche dei padroni.
Il Mussolini di quei giorni è così raccontato da Ernesto Rastelli, il sindaco di quei tempi: “Mussolini si intratteneva volentieri a parlare con il socialista locale Vittorio Rastelli (detto Fanàli), seduto al deschetto del calzolaio sito davanti alla bottega in via XX Settembre (presso il municipio). Benito Mussolini, dopo la concitata arringa al Teatro Condomini, è in casa Olmeda, sita in borgo Sant’Antonio, al lume di candela. Dopo il pernottamento fu accompagnato alla stazione di Cattolica sulla canna della bicicletta dal facchino bersagliere Orfeo Cavalli (detto Pèto)”.