– “Bussavamo con i piedi: dall’entroterra Ascolano alla Romagna. Appunti e immagini di una migrazione”. E’ il bel titolo del libro che racconta l’arrivo, l’insediamento e i luoghi di origine degli ascolani della provincia di Rimini. Trovarono il loro caposaldo attorno alla pieve di San Salvatore. Al suono dell’organetto, canti e balli della tradizione popolare del Piceno con la Compagnia del Saltarello Ascolano, il volume è stato presentato al Palazzo del Turismo di Bellaria Igea Marina lo scorso novembre. Presenti: Gianni Scenna, sindaco di Bellaria Igea Marina, Pietroneno Capitani (l’autore), Olimpia Gobbi, assessore alla Cultura e Beni Culturali della Provincia di Ascoli Piceno, Ferdinando Fabbri, presidente della Provincia di Rimini, moderatore Alessandro Agnoletti, direttore dell’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea della provincia di Rimini.
Il progetto che coinvolge Pietroneno Capitani come editore e il suo doppio Piétrë dë Vëjëlì come autore, è documentare l’immigrazione dei contadini ascolani.
Le testimonianze raccolte, i documenti e, soprattutto, le immagini d’epoca restituiscono il paesaggio umano ed economico di una categoria, quella mezzadrile del territorio ascolano, specchio di un’Italia rurale non troppo lontana da noi, al suo passaggio verso nuove forme sociali.
Capitani: “Da diversi anni ormai avevo in mente di raccogliere le idee per cercare di capire i motivi per cui una parte rilevante di famiglie di una zona delle Marche decidono di prendere le loro cose (poche per la verità) e arrivano in Romagna”.
In pochi decenni, quegli ascolani sono riusciti a ben inserirsi nel tessuto sociale che li ha accolti, andando a ricoprire ruoli di classe dirigente, come lo stesso Capitani, o Luigi Vallorani, per portare un altro esempio.