– Paolo Conti è il nuovo presidente del Rotary Club Riccione Cattolica dallo scorso 26 luglio. Cinquantasei anni, sposato, due figli (Carlo e Giulia), insieme al cattolichino Eraldo Pecci, è stato il più forte giocatore di calcio mai espresso dalla provincia di Rimini.
Uomo intelligente, che si reputa fortunato, inizia a parare nel Riccione, nel ’70 approda in serie B al Modena. Forse i suoi anni migliori vanno dal ’73 all’80; è il numero 1 della Roma. Il privilegio della maglia azzurra ai mondiali del 78 in Argentina. Passando per Verona, Sampdoria e Bari, chiude l’esaltante carriera nell’88 alla Fiorentina. Negli anni della pedata, dove è facile distrarsi, si diploma geometra e porta a termine l’Isef.
E’ del parere che il calcio rappresenta la vita e che la percentuale di intelligenza, banditismo, stupidità, sprovvedutezza è in tinta con gli altri settori: dagli ambienti universitari, a quelli della briscola e del tressette, con deviazione nel regno del bridge. E c’è sempre qualcuno che vuole prendere il tuo posto. Insomma, nel calcio come altrove, c’è chi va per gambe da letterina e chi per teste pensanti.
“Tutti possono diventare calciatori – riflette Conti -. La differenza tra chi ce la fa e chi no, sta nella capacità di sopportare le pressioni, la volontà, la determinazione”.
Appese le scarpette al fatidico chiodo, rientra a Riccione, con alcuni amici fonda una società che produce e commercializza scarpe da calcio e altri articoli sportivi, con buon successo. Nel frattempo diviene agente di calciatori, attività a cui si dedica poi in pieno, lasciando la società commerciale agli amici. Tra i suoi assistiti ragazzi di A e B: Adani, Cossato, Chimenti, Ferrante. Nel 2004 viene eletto presidente nazionale dell’Associazione degli agenti di calciatori.
Nella sua lunga carriera ha stretto amicizia con atleti che hanno fatto del pensare in proprio la qualità, come Eraldo Pecci e il riminese Sergio Santarini.
Fondato nell’84, 62 soci, la sezione Rotary Club Riccione-Cattolica ha sede al ristorante “il Mulino”, dove gli iscritti si vedono ogni lunedì.
A chi gli chiede che cosa fa il Rotary, risponde Conti: “Venne fondato nel 1905 a Chicago da un gruppo di amici che volevano dare esempio e aiuto ad una città degradata. Cerchiamo di rendere un servizio al territorio. Abbiamo istituito quattro premi: scuola, professioni, sport, arte e cultura. Sono riconoscimenti a persone delle nostre cittadine che riescono a intrecciare l’etica con le qualità. Abbiamo aiutato a restaurare opere d’arte; l’ultima è il campanile con orologio della chiesa di Cattolica. Organizziamo conferenze a tema, per sapere e conoscere. Si agisce anche a livello internazionale; ma più che regalare il pesce, distribuiamo canne da pesca per l’autosufficienza giornaliera”.
Con Conti è impossibile non infilare la mente in questo mondo del calcio, fatto di sfavillio e miserie. Come leggere calciopoli? Argomenta: “Non so quanto fosse uomo di potere Moggi, sicuramente lo era Giraudo. Moggi era forse più uno strumento, un operativo. Nessuno alle spalle che le ripianasse le perdite, la Juve è costretta ad essere innovativa e ad avere strategie per primeggiare, sia con l’utilizzo delle risorse lecite, sia con quelle illecite. Se pensiamo poi alla Juve più che come società sportiva, un’azienda qualsiasi, i suoi metodi sono quelli utilizzati dalla stragrande maggioranza delle imprese negli altri settori, dove si cerca di avere vantaggi competitivi a danno degli altri. C’è un piccolo perché che diventa un però. Nello sport il fattore morale non può essere secondario. Quello che alcune grandi società hanno fatto è un illecito, mentre forse sarebbe stato plausibile in altri settori”.
L’altra domanda è: ma la Juve aveva bisogno di simili approcci? Conti: “Oggi, il calcio si basa sui risultati: più vinci e più soldi entrano. Per competere a livello europeo ci vogliono molti danari e questi in qualche modo dovevano arrivare. Se avesse avuto le ambizioni dell’Atalanta non ne avrebbe avuto bisogno. L’Inter è al di fuori di tutto, ma la famiglia Moratti vi ha immesso 500 milioni di euro. Il Milan ha un presidente che porta tutto in pareggio. Nella Juve mai nessuno ha messo mano al portafogli; al massimo l’avvocato Gianni Agnelli regalava, e si regalava, un calciatore di peso, come Platini ad esempio”.
“Oggi – continua Conti – i presidenti gestiscono le società con i proventi che riescono ad incamerare, senza tirar fuori di tasca un centesimo. Credo che le società siano gestite male e si permette loro di continuare a farlo. Il cambio delle regole deve riguardare il modo della gestione e i controlli che vengono esercitate sulle stesse società. Diciamo che la crisi riguarda i vertici e non il calcio”.
GLI UOMINI
Giavolucci, prossimo presidente
– Il presidente Paolo Conti per il 2006-2007 è affiancato da: il presidente incoming Fabio Giavolucci, past president Orazio Motolese Lazzaro, segretario Renzo Guidi, tesoriere Romano Del Bianco, prefetto Riccardo Galassi. Consiglieri Valerio Carigi, Maurizio Parma, Stefano Tomassini e Gianfranco Tonti.