…Peppone e don Giorgio – Questa volta a fare il Peppone è stato l’assessore Mario Galasso che ha risposto alle dichiarazioni di don Giorgio contrario alla metropolitana di costa, il Trc: l’attivissimo parroco ha invitato i parrocchiani a firmare le petizioni contro il progetto che dovrebbe rivoluzionare la mobilità tra Riccione e Rimini. Peppone Galasso (la stazza effettivamente è quella del bravissimo Gino Cervi) ha ricordato allo spigoloso parroco che oltre le anime, anche l’ambiente fa parte del creato e quello che si può fare per migliorarlo fa parte dei doveri di un buon cristiano. Don Giorgio è spigoloso come il simpatico don Camillo, non sono rare le sue esternazioni contro l’amministrazione, anche se al contrario del personaggio della saga di Guareschi, non riesce quasi mai a trovare il punto d’incontro con il suo interlocutore “civile”. A quando la prossima puntata?
…Lavoro, dolce chimera – Curiosa coincidenza: mentre a Riccione si svolgeva il congresso nazionale della CGIL Nidil (Nuove Identità Di Lavoro) con i delegati sindacali dei lavoratori precari e flessibili di tutta Italia, contemporaneamente sono stati affissi i manifesti elettorali della Margherita con lo slogan “il lavoro precario chiude la speranza”. Peccato che il lavoro precario l’abbia introdotto l’allora ministro Treu, area Margherita, durante il governo Prodi, inserendo un elemento di forte discussione all’interno del centro sinistra. E’ vero che il governo Berlusconi con la legge Biagi ha peggiorato le cose, ma il manifesto della Margherita di Rutelli agli occhi dei sindacalisti presenti a Riccione e a quelli dei lavoratori prima co.co.co, ora a progetto, è sembrata abbastanza una presa per i fondelli, ma in campagna elettorale tutto è lecito, purtroppo.
Pacs – Figura un po’ barbina della maggioranza sull’ordine del giorno presentato dai Comunisti Italiani e dai Verdi sulla costituzione di un elenco comunale delle unioni civili da affidare al Difensore Civico in attesa di una apposita legge del Parlamento, come già avvenuto in diversi comuni italiani. Fumo negli occhi per la Margherita, ovviamente schierata a difesa dei valori indissolubili del matrimonio e della famiglia; difficilmente comprensibile, almeno in linea di principio, la posizione dei Ds che si schierano contro la proposta e avanzano un loro ordine del giorno per impegnare il parlamento a fare una legge. Però Ds e Margherita devono fare la campagna elettorale insieme, quindi non si può dispiacere a quella grande melassa che è il centro, peggio (o meglio) ancora se cattolico; poco importa se tra i comportamenti individuali e i proclami che si fanno la coerenza è merce rara. Se lì in mezzo c’è uno Zapatero, per favore batta un colpo!