– La ricchezza si crea in tre modi: con il lavoro etico, sfruttando l’uomo, oppure sfruttando la natura. Su una sponsorizzazione, in città si è acceso un grosso dibattitico politico ed economico. Ecco l’intervento di Mario Galasso, assessore all’Ambiente, che ha proposto un “decalogo” etico.
Etica, da Wikipedia*, è generalmente considerata quella branca della filosofia che studia i fondamenti di ciò che viene vissuto come buono, giusto o moralmente corretto.
“Il primo passo nell’evoluzione dell’etica è un senso di solidarietà con altri essere umani” Albert Schweitzer, Premio Nobel per la pace 1952.
In seguito al vivo dibattito sviluppato sul Corriere di Rimini scaturito da una mia intervista, in cui proponevo che anche Riccione, come ha fatto Roma nel 2004, adottasse un regolamento sulle sponsorizzazioni etiche, vi invio questa mie riflessioni.
Cosa sogna e immagina ognuno di noi per la propria casa o per i propri figli se non il meglio?
Quando progettiamo per la nostra famiglia o per la nostra abitazione non puntiamo forse alla qualità, alla durata, alla resistenza, ??
Non abbiamo il dovere di mantenere lo stesso atteggiamento quando sogniamo, immaginiamo, progettiamo la nostra bellissima città?
Chi di noi vorrebbe che il proprio nome fosse affiancato a chi non rispetta il diritto alle pari opportunità e ad un trattamento non discriminatorio; a chi non rispetta il diritto alla sicurezza delle persone; a chi non rispetta il diritto dei lavoratori; a chi non rispetta la sovranità nazionale e dei diritti umani; a chi non rispetta gli obblighi riguardanti la tutela dei consumatori; a chi non rispetta gli obblighi riguardanti la protezione dell’ambiente?
E chi vorrebbe accostare il proprio nome a chi sfrutta il lavoro minorile o il sud del modo?
Perché allora abbinare il nome di una società che mantiene comportamenti provati, e sottolineo provati (nessuno vuole fare processi alle intenzioni), e non etici al nome della nostra città?
Riccione si merita quanto di meglio è possibile e, l’ultima paura che dobbiamo avere, è quella di mirare alto! Non ho dubbi che se progettiamo puntando verso quello che molti ritengono utopia, saranno le aziende, i turisti, ma noi stessi riccionesi a trovarne pieno giovamento!
Quando penso a Riccione mi piace pensarla così, alla grande:
– Con il lungomare e il paese veramente senza macchine e tornati di proprietà dei pedoni e dei ciclisti che, in questo modo, riacquisterebbero, automaticamente, il gusto della passeggiata e della valorizzazione delle nostre attività commerciali.
– Con parcheggi scambiatori vicino all’uscita dell’autostrada, e comunque in periferia, e con un sistema di trasporto pubblico efficiente, puntuale, ecologico ed economico.
– Con le aste fluviali del Rio Melo e del Marano che come due vere direttrici verdi ci collegano con l’entroterra e con acqua dalla qualità ineccepibile.
– Con la “Domenica Fa da Te”, siamo famosi per la nostra inventiva nel lanciare mode, perché non inventarsi, un modello che riduca al minimo le ore lavorative nei giorni festivi per rispettare i principi cristiani.
– Con una moderna gestione dei rifiuti che richiede, in base anche ai consigli? della Unione Europea, il rispetto della regola delle quattro R (Riduzione, Riuso, Riciclo, Recupero), quindi ?
– ? con l’inceneritore composto da un’unica linea minimale d’incenerimento per il sol rifiuto residuo che non può essere smaltito diversamente.
Insomma, avete capito bene, sogno una Riccione a misura di bambino/a e anziano/a, una Riccione, cioè, a misura di tutti dove le scelte sono fatte attraverso lo sguardo delle persone in difficoltà. La solidarietà deve essere coniugata attraverso i nostri atteggiamenti quotidiani e non solo con contribuiti economici o con le poche ore al giorno o settimanali dedicate a qualche associazione quasi a voler mettere a posto la coscienza. Certo i contributi e il volontariato sono fondamentali ma è il nostro comportamento che deve cambiare!!!
Dobbiamo smetterla di pensare alla grande solo quando nel nostro appezzamento di terra vorremmo ottenere il massimo dei massimi e non dobbiamo accontentarci se come Comune abbiamo siglato un accordo a favore della cooperazione sociale ed abbiamo approvato un ordine del giorno per sostenere il commercio equo e solidale per poi assegnare in maniera diretta la gestione del bar comunale non a una cooperative sociale, così come previsto anche dalla Legge, ma ad un privato!
Questa è la Riccone che desidero e che voglio costruire per i miei figli, questa è la Riccione per la quale voglio lottare e, per realizzarla, per realizzare un vero salto di qualità, di una cosa sono certo: non lo possiamo concretizzare cercando facili scorciatoie ma avendo il coraggio di imboccare la strada del cambiamento, delle scelte etiche e sostenibili e, a piccoli passi, avanzare con energia in quella direzione!
Così i soldi pochi, sporchi e subito dovrebbero essere coniugati in un sistema virtuoso che si perpetua nel tempo, puntando sempre più in alto, non accontentandosi dei risultati raggiunti e con la puntuale attenzione alle fasce deboli!
Mario Galasso