“Ho studiato all’Istituto d’arte Mengaroni di Pesaro – racconta –. Poi ho cominciato a lavorare e fare esperienza con varie ditte della zona, nel settore della bigiotteria e in quello dei gioielli”.
Ma la realizzazione del proprio obbiettivo arriva solo quando si mette in proprio, e dà vita, al suo laboratorio orafo: “Sono ormai 11 anni che l’ho aperto. Mi dà la possibilità di sviluppare le mie idee, le mie creazioni e di proporle agli appassionati. Esprimere me stessa è ciò che mi interessa più di tutto”.
L’artigianato che diventa esclusiva, un oggetto diverso dall’altro, ognuno figlio dell’estro creativo, dell’abilità e, si può dire, del genio. “Naturalmente al primo posto vengono le esigenze dei clienti. Ciò che cerco però di fare è proporre e consigliare oggetti che non siano dozzinali, o che si possono trovare in qualsiasi negozio, ma cose originali”.
Il laboratorio e il proprio lavoro, tutto un mondo per lei, ne parla sempre sorridendo, l’immagine della soddisfazione e della felicità. “Il mio lavoro mi dà la possibilità di esprimermi, vendo le mie creazioni solo all’interno del mio negozio, e un paio di volte l’anno allestisco una vetrina nel corso di San Giovanni, in occasione della Notte delle Streghe e per Natale”.
L’attenzione di Loretta è su pietre particolari, non solo su materiali preziosi e costosi. “Lavoro anche con oro e pietre preziose, ma ci sono moltissime pietre dal costo molto inferiore, pietre dure come l’opale, l’agata, la giada o l’onice che trasmettono forti sensazioni, come guardare un’opera d’arte: c’è un mondo dentro. Cerco di presentarle e farle conoscere”.
Materiali provenienti da ogni parte del mondo, naturali e non replicabili. Forse per questo speciali: “Le vado a cercare nelle grosse fiere, come quella di Milano e soprattutto Verona. Certo è impossibile con queste pietre realizzare dei lavori identici. Anche per uno stesso paio di orecchini. In questo periodo per esempio sto eseguendo una serie di oggetti usando diamanti neri, molto rari”.
E abbasso centri commerciali e oggetti prodotti in serie? “Sì, non mi piacciono gli ipermercati, non mi ci trovo bene, ma gran parte della gente si fa influenzare dalle mode, dalle tendenze e dalla pubblicità. Bisognerebbe apprezzare di più il lavoro dell’artigiano”. Che poi è il suo, di lavoro, mettere la propria anima nella manualità del “fare”. “Io mi esprimo sia nel creare sia nella riparazione di altri oggetti che mi portano. Do sempre il massimo perché il mio lavoro è la mia vita. Da quando ho iniziato, ma anche ora che lavoro da più di 20 anni, ho imparato ad osservare chi ha più esperienza di me, e farne tesoro, perché anche solo con gesti semplici e poche parole si può insegnare molto, bisogna essere capaci di afferrare”.
di Matteo Marini