– La Cassa di Risparmio di Rimini si è messa alle spalle un ottimo primo semestre 2007. Tutti gli indicatori economici sono di segno più: utili a 11,92 milioni di euro (più 12,93 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), raccolta totale a 5,5 miliardi di euro (più 10,5), impieghi cioè il denaro prestato alla clientela 2,85 miliardi (più 5,39).
Con l’istituto di credito che vale il 30 per cento della raccolta provinciale e il 22 per cento degli impieghi, si potrebbe dire che se va bene, l’economia dove opera ne segue i destini.
Giuliano Ioni ne è presidente dalla scorsa primavera, così commenta il risultato: “Siamo soddisfatti. La banca è cresciuta e stiamo raggiungendo gli obiettivi prefissati. Credo che i numeri rappresentino il buon nome della banca, la fidelizzazione dei clienti, l’attenzione verso la piccola e media impresa. Anche in un contesto di forte competizione, rispondiamo con l’efficienza”.
Alberto Martini, veneto, ne è il direttore generale. Afferma: “Siamo una delle province d’Italia con più sportelli; continuano ad arrivare molte banche. Questo ci porta molta concorrenza alla voce impieghi, dove è più facile agire. Come difendersi? Tentiamo di aggredirlo anche noi il mercato; se restassimo sulla difensiva, perderemmo ancora quote di mercato”.
Attraverso la banca significa leggere la fotografia economica da un osservatorio di privilegio. Mutui? Martini: “La difficoltà rata è nel fisiologico, seppur con un leggerissimo aumento. C’è una flessione del numero delle domande, ma si sottoscrivono quelli con cifre più importanti. Questo vuol dire che le famiglie con possibilità hanno la capacità di indebitarsi. La nostra banca non finanzia oltre l’80% del valore dell’immobile e stiamo attenti che la quota mutuo non superi il 40-45% del reddito familiare. Noi stiamo pensando anche ad un mutuo della durata di 40 anni; però non si risolve il problema casa allungando la vita di un prestito”.
Poi c’è il modo nuovo con cui gli italiani fanno gli acquisti. Anche da noi sta giungendo il credito al consumo; e non è attuato dalle fasce più deboli, ma dai ceti medi. Martini: “Sta crescendo a ritmi notevoli. La percentuale di indebitamento della famiglia italiana è tra le più basse al mondo, attorno al 45%, contro una media europea del 70-75 e il 120% dell’americana. Se continuasse questo trend, negli anni prossimi sarà un problema”.
La Carim ha una crescita doppia nelle Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise, rispetto al suo territorio storico, quello della provincia di Rimini. Delle sue 110 filiali, 54 sono nel Riminese. Curiosità: la seconda filiale della banca ha sede a Roma; aperta 5 anni fa.
I NUMERI:
Filiali: 110
Raccolta totale: 5,5 miliardi
Impieghi: 2,85 miliardi
Utile: 11,92 milioni
Dipendenti: 732
Soci: oltre 8.000
Fondazione Carim: detiene il 70% delle azioni