L’INTERVISTA
– Si chiama Castel Paradiso, ma si dovrebbe chiamare Castel Intelligenza, dove la bellezza della natura sposa la raffinatezza della mente, della storia e della sensibilità dell’uomo. In un ettaro e mezzo di terra a picco sul mare, convivono tre edifici di pregio architettonico, circondati da un parco ben disegnato con piante e fiori mediterranei, eccezion fatta per dei palmizi. In mezzo al verde una piscina per gli adulti e una per i bambini. Per i vialetti ghiaino di fiume, quello stondato dalle carezze dell’acqua.
Si trova a Gabicce Mare, appena prima della “Baia Imperiale”, la famosa discoteca. Questo angolo assoluto, unico, da non morire mai, o da mandare a memoria per sempre, si deve a Giovanni Mazzocchi (1906-1984), tra i maggiori editori europei. Proprietario di Domus (a parere degli esperti la più importante rivista d’architettura del mondo, presente in 104 nazioni) e fondatore dei mitici settimanali “Mondo”, “Europeo”, “Quattroruote”.
Originario delle Marche, il giovane avvocato Mazzocchi va a Milano in cerca di futuro. Con i primi soldi, per ragioni di affetto, di nostalgia, acquista il primo lembo di Marche per chi giunge da Milano. Dall’amico architetto Bega si fa progettare il villino, fatto saltare dai tedeschi nell’estate del ’43, quando gli Alleati sfondarono la Linea Gotica.
Negli anni Sessanta, Giovanni Mazzocchi fece costruire il suo bel ritiro estivo (in un angolo isolato vista mare si ritirava a leggere), dove arrivavano i suoi amici, tra cui intellettuali e menti di raffinatezza ineguagliabile. Per certi versi, Gabicce Mare ha preceduto la famosa Capalbio, cittadina toscana di gran moda tra pensatori e politici.
Oggi, a capo dell’impero familiare c’è la figlia Giovanna Mazzocchi, la Katherine Graham italiana. L’americana, proprietaria del Washington Post e Newsweek, ha caratterizzato il mondo della stampa per civiltà e qualità.
Due figlie (la più giovane ha partecipato alle Olimpiadi di Atene e sarà presente a Pechino, specialità salto ad ostacoli), la signora Mazzocchi ha frequentato la scuola tedesca a Milano, è stata ospite per un anno dell’Università di Bonn e per un anno ha lavorato presso Stern (buon settimanale tedesco). Una quarantina d’anni fa iniziò a studiare il cinese e prese il brevetto di pilota. Guida l’aeroplano per pura passione (fino alle acrobazie), ma per lavoro solca tutti i cieli d’Europa.
Qual è stata la persona che ha più contato nella sua vita?
“Sul lavoro senz’altro il babbo. Sono un po’ una spugna; mi piace attingere da chiunque: da tutti c’è da imparare. Mi piacciono le persone con idee originali e affascinanti. Mi piacciono gli autori di scuola tedesca, Kafka soprattutto”.
Si dice che il carattere sia il proprio destino, come si descrive?
“Collerica, ultimamente. Timidissima. Generosa, anche nell’amicizia, ma assolutista. Do tutto pretendo e quando vengo tradita ci resto malissimo. Mi piace la compagnia, passare il tempo con gli amici veri, con la famiglia, senza essere mondana”.
Che cos’è per lei il successo?
“E’ valorizzare qualcosa che abbia un’utilità, che funzioni da un punto di vista economico. Il risultato positivo è la certificazione, la conseguenza del buon lavoro svolto, dell’idea. Deve essere appagante e che ti venga anche riconosciuto. Sono del parere che ogni attività imprenditoriale si debba basare sulla redditività. Successo significa anche coltivare il bello, coronare un progetto”.
A che cosa non rinuncerebbe mai?
“A certi rapporti interpersonali, al volo fino a che il fisico me lo consente e al cibo”.
Tra gli italiani in circolazione, quali sono coloro che le piacciono di più?
“Non ci sono figure carismatiche eccezionali. In nessun ambito. Trovo che vi sia un appiattimento generale. I politici non sono leali; li trovo chiacchieroni e lavorano per sé e non per gli altri. Se potessi passare due giorni con qualcuno, sceglierei chi ti possa arricchire, al di là del ruolo. Spesso le persone considerate importanti, quando le conosci, ti deludono: siamo tutti esseri umani e piuttosto mediocri”.
Come vede il futuro?
“Sono ottimista di fondo. Ogni situazione, anche se molto difficile, si presenta con dei contro e delle grandi opportunità. Siamo in una fase di forti cambiamenti e accattivanti, che ti impongono aperture mentali. In Europa ci dobbiamo dare una mossa. Siamo stati il futuro fino agli anni Trenta. Oggi, il mondo si è molto più allargato e c’è una insicurezza che porta degli irrigidimenti. L’equilibrio vero non è ingabbiare le cose. La realtà è in continuo rinnovamento e oggi si è semplicemente più sollecitati”.