– “Ciao H274”. Con questa espressione degna dei film di Ian Fleming (007), Vittorio Moroncelli era solito salutare i riccionesi nati a Riccione. Come dire, ora siamo proprio pochi e ci conosciamo tutti nonostante che la città abbia oltre 30mila abitanti.
Lele Montanari, riccionese del porto, ricorda l’amico Vittorio scomparso prima del tempo lo scorso gennaio. Dice Montanari: “Moroncelli appartiene a quella schiera di persone che non dovrebbero mai morire. Pensando a lui non potrò mai dimenticare la sua grande mamma, Mina ‘ad Curaza’, cuoca, dietologa, tutto fare della Casa Serena di Riccione degli inizi. Chi ha conosciuta la mamma riesce ben a fotografare il figlio. Una persona squisita, molto professionale, preciso. Caratteristiche da attribuire a pochi e che lo facevano sembrare burbero nell’approccio. Per iniziare bene la giornata, era sufficiente incontrarlo: dava allegria con la sua ironia garbata, tuttavia non rinunciataria. Una barzelletta, una battuta e poi arrivava la sua domanda scanzonata: ‘Ma te, szi nèd a Rciun, ti la H 274’. Bastava guardarlo negli occhi e ti faceva capire che cosa fosse la vita come valore vero; aveva una faccia solare, piena di luce e di simpatia.
Si è anche avvicinato alla macchina comunale, chiamato da Daniele Imola, come presidente delle farmacie. E anche lì dimostrò notevoli capacità umane”.
Chiude la sua personale istantanea Montanari: “Ciao, carissimo amico H 274, ciao Vittorio. Gli H274 sono rimasti in pochi. Con te se ne va uno dei più talentati. Di vita”.