– Davide Cavallaro ha bisogno del mare, come il bambino della mamma. Lo passa a vedere, a fargli il suo saluto ogni giorno. Quando ritorna a casa del lavoro, San Giovanni in Marignano-Riccione, lo affianca in macchina. Dice: “Mi piace chiudere la giornata col mare. Quando lo avvicino mi mette addosso lo stato d’animo giusto. Quando ti allontani hai come la sensazione di morirne; sembra quasi che i tuoi polmoni siano fatti solo per respirare la sua aria e non quella di altri posti”.
Il mare per il riccionese si coniuga soprattutto con una tavola da onda: il surf. Un attrezzo da inforcare 12 mesi l’anno, in ogni stagione, mesi freddi compresi e a tutte le ore per riuscire ad intrecciarlo col lavoro. Anzi, è una disciplina, almeno nel nostro mare, che si pratica soprattutto da settembre a gennaio, quando scaraventa a riva onde più robuste. Il mare giusto, la nostra Maui (mitica località cara ai surfisti) è quello davanti Portoverde, un paradiso per gli appassionati locali.
Davide va per creste d’onde tra le 50 e le 90 volte l’anno. Sono, in media, due uscite settimanali. Trentanove anni, responsabile export di una famosa azienda di alta moda di San Giovanni, riesce a ritagliarsi la passione nella pausa-pranzo e il mattino presto (5.30 d’estate e alle 6.30 d’inverno). Per andare a prendere l’onda, si nuota al largo per 500 metri. Poi si aspetta il suo arrivo e per un minimo di 50 fino ad un massimo di 300 metri la si cavalca. Sensazioni? “Hai l’impressione di camminare su un pezzo di mare senza alcunché di artificiale”.
Alla passionaccia per il mare, il riccionese affianca quello per la scrittura. Così è nato “Il paese delle onde”, un romanzo che danza con le onde e che è stato portato al Salone del Libro di Torino. Che “sono un tramite. una culla, Una meta, Una risposta. In apparenza non è un romanzo ma una carrellata di situazioni e personaggi diversi. Storie che divergono e narrano mondi lontani, di gente che non si conosce a vicenda”.
Emma per l’eroe del romanzo ha la stessa funzione di un fiore sulla tavola apparecchiata: si mangia lo stesso, ma non sarebbe stato la stessa cosa. Le onde non sono che messaggi che giungono a riva e che raccontano di uomini lontano.
Il libro prende. Ben scritto, scivola veloce, senza noia. raccoglie quattro racconti. Il primo è quello lungo: “Il sogno e il sognatore”. Un adolescente è innamorato del surf. “Mi trovai a passsare al mare tutti i giorni dell’inverno, anche quando era piatto. Credo fosse una meditazione per tutti i miei dolori domestici”.
Scruta un gruppo di ragazzi più grandi e impara. Sulla sua vita c’è la famiglia (orfano di padre, il bel rapporto con la madre). La scuola, gli insegnanti. “A scuola oggi mi sono annoiato a morte. la professoressa di Storia è partita con l’invettiva che i giovani di oggi non sono più idealitsi…”. Insomma, solita storia sul rapporto tra padri e figli.E Emma quella del mazzo dei fiori.