A detta dell’accusa, l’emittente sarebbe non solo responsabile dell’inquinamento elettromagnetico denunciato da anni dagli abitanti di Cesano, paesino a nord di Roma, e della frazione di La Storta, ma sarebbe anche causa di diversi generi di patologie in cui i residenti della zona sostengono di essere incorsi più di frequente che nel resto d’Italia. Proprio in quell’area, su un terreno di proprietà vaticana molto ampio, delimitato da un muretto e da due strade statali, Radio Vaticana gestisce una fitta rete di antenne ed impianti di trasmissione.
Due dirigenti della radio pontificia, in primo grado, erano stati condannati come accennato, per getto pericoloso di cose: era cioè passata la tesi dell’accusa secondo cui le emissioni potevano essere considerate alla stregua di “cose”. In Appello i difensori della Radio sono riusciti a far dichiarare nulla la sentenza di primo grado in quanto il tipo di fatto contestato non sarebbe previsto come reato dall’ordinamento italiano, in quanto non applicabile alle onde radio.
In questo articolo vorrei dimostrare al lettore come tale sentenza risulti assolutamente errata sia dal punto di vista strettamente giuridico, sia sotto il profilo fisico, proiettandoci, sul piano delle conoscenze scientifiche, indietro di oltre un secolo. Intanto è bene mettere subito in chiaro che, con la sentenza n. 23066 del 14/06/2002, la Corte di Cassazione, ossia il supremo giudice delle leggi, dichiarò, in modo assolutamente corretto ed inequivocabile, quanto già espresso a partire dal 1991, attraverso una costante giurisprudenza: …tra le cose mobili di cui è menzione nell’art 674 cod. pen. debbono farsi rientrare anche i campi elettromagnetici, il propagarsi delle cui onde e’ riconducibile nella nozione di gettare?la locuzione cose usata dal legislatore nella formulazione dell’art. 674 cod. pen. comprende anche l’energia elettromagnetica, che non soltanto è suscettibile di valutazione economica, ma anche provvista di una sua particolare fisicita’, ben potendo essere misurata, utilizzata e formare oggetto di appropriazione”.
A nulla valgono stravaganti, quanto errati, ragionamenti di raffinati avvocati secondo i quali l’azione di “gettare cose” ne presupporrebbe la preesistenza in natura, mentre la propagazione delle onde elettromagnetiche consisterebbe solo nel “generare flussi prima non esistenti”. Infatti l’art. 674 cod. pen. si applica anche ad emissioni moleste di gas, vapori e fumi che, ad esempio, si possono sprigionare a seguito di reazioni chimiche anomale. Va da sè che anche in questi casi la “generazione dei flussi” è successiva alla “formazione” dello stato fisico aeriforme di molecole tossiche inizialmente caratterizzate da una diversa connotazione chimico fisica.
La stessa situazione si ripropone anche nel lancio di un corpo contundente da parte di uno sconsiderato: infatti anche in questo caso, per mezzo di un lancio si è generato un “flusso prima non esistente”, ma credo che nessuna persona di buon senso metta in dubbio il fatto che il getto di un sasso da un cavalcavia costituisca una condizione di pericolo per chi viaggia lungo la strada sottostante. Allo stesso modo, il fatto di disporre inizialmente di energia elettromagnetica che in seguito si può trasmettere sotto forma di segnali radio, non sposta assolutamente il problema tecnico: stiamo solo applicando il principio di conservazione dell’energia, ossia stiamo trasformando, da una forma ad un’altra, qualche cosa che esisteva già in natura. L’onda elettromagnetica è solo il veicolo di trasporto dell’energia elettromagnetica preesistente.
Pensiamo ad un ulteriore esempio concreto: il Sole rappresenta, per la Terra, senza dubbio una straordinaria fonte di energia. Con le sue reazioni di fusione nucleare ogni giorno “dimagrisce” trasformando ben 300 miliardi di tonnellate della sua massa in energia elettromagnetica il cui flusso raggiunge il nostro pianeta in circa 8 minuti. Possiamo forse pensare di mettere in dubbio la fisicità della massa del Sole e l’equivalenza tra la materia solare e l’energia di radiazione elettromagnetica che ci colpisce quotidianamente? Possiamo forse pensare, paradossalmente, che la legge di conservazione dell’energia, in base alla quale materia e radiazione sono, di fatto, aspetti diversi della stessa realtà, come ci insegnò Einstein agli inizi del ‘900, sia qualcosa di slegato dalla nostra vita solo perché ci affidiamo ai nostri occhi, strumenti imperfetti, che riescono a vedere la materia, ma non la radiazione?
Credo proprio di no, ed infatti la Corte di Cassazione, nel 2002, giustamente mise in evidenza la fisicità dei campi elettromagnetici il cui propagarsi, attraverso onde, è riconducibile al concetto di “gettare cose”. Tuttavia la Corte d’Appello di Roma, che ha recentemente giudicato il caso di Radio Vaticana, ha tranquillamente e, aggiungerei, incredibilmente ignorato l’orientamento della Corte Suprema, ossia dell’organo deputato a fornire l’interpretazione per la corretta applicazione delle norme di legge.
Al più si potrebbe discutere sulla pericolosità delle onde elettromagnetiche. Da questo punto di vista, in passato, si sono alternati comportamenti contraddittori che hanno determinato, in taluni casi, un eccessivo allarmismo nell’opinione pubblica ed, in altri, un altrettanto pericolosa sottovalutazione dei pericoli connessi con l’esposizione, con inevitabile vantaggio per quei settori di impresa che, provocando le emissioni, non possono non giovarsi dello stato di incertezza e confusione salvaguardando ingentissimi interessi economici derivanti dalle loro attività. Nel caso specifico di Radio Vaticana, è bene precisare innanzi tutto, che esistono accertamenti strumentali che hanno documentato il superamento dei limiti sanitari previsti dalla normativa vigente in Italia in prossimità degli impianti, condizione questa già sufficiente a delineare un concreto pericolo di nocività (si veda, Corte di Cassazione, sentenza n.391/2002). Inoltre non si possono non citare i lavori epidemiologici dell’Agenzia di Sanità Pubblica (ASP) del Lazio.
Nel 2002 sono stati pubblicati sull’American Journal of Epidemiology risultati di ricerche già inviate nel 2001 dall’ASP alle autorità sanitarie regionali e nazionali. Allo stato attuale, dopo una serie di rianalisi, possiamo ritenere che i dati documentino, quanto meno, un aumento statisticamente significativo di alcune patologie cancerogene entro un raggio di circa 4 Km dalle emittenti di Radio Vaticana. Qualcuno potrebbe subito fermarmi dicendo che, quanto ho appena affermato, non corrisponde al vero sostenendo, ad esempio, che nel settembre 2001 è stato reso pubblico il rapporto del Gruppo di Studio istituito dal Ministero (GM) della Sanità Italiano, il quale risultò fortemente critico nei riguardi del metodo usato dall’ASP del Lazio contestandone duramente le conclusioni.
Tale rapporto ebbe ampia diffusione sui mezzi di informazione e per alcuni, tra cui tecnici del settore, questo venne considerato come l’epilogo di una vicenda che può tradursi in un falso allarme. In realtà poi pochi evidenziano che l’analisi condotta dal GM, come dimostrato in un secondo lavoro redatto dal Dipartimento di Epidemiologia ASL della Regione Lazio, praticamente passato innosservato agli organi di informazione, contiene errori metodologici, si basa su dati incompleti e si limita ad un solo test statistico quando, in una situazione complessa come questa, sarebbe stato opportuno un analisi più completa. Questo nuovo contributo, come premesso dagli autori, si propone di riportare i termini del dibattito nei canali e nell’ambito dell’argomentazione scientifica, rivisitanto la relazione del GM e fornendo spunti ciritici di valutazione.
Gli epidemiologi dell’ASP Lazio concludono la loro ricerca affermando che …sulla base dei dati disponibili non è possibile falsificare l’ipotesi che esista un eccesso di mortalità per leucemie, almeno negli uomini, ed un aumento di incidenza di leucemie infantili in prossimità degli impianti di emissione di radiofrequenze di Cesano… Ciò significa che esiste un nesso causale, statisticamente significativo, ossia con una probabilità di errore solo del 5%, tra l’insorgenza di leucemia infantile (o l’incidenza di mortalità negli uomini per leucemia) e le emissioni di onde radio nella zona presa in esame.
Quale sarà lo sviluppo futuro del caso Radio Vaticana è difficile a dirsi. La contesa risulta tuttora irrisolta infatti, raccogliendo le denunce della popolazione, nel novembre 2006 la Procura di Roma affidò una perizia epidemiologica per accertare se esista un nesso tra le onde radio e i numerosi casi di leucemia, mieloma e linfoma che si sono verificati nella zona interessata. I dirigenti di Radio Vaticana, assolti per “lancio di oggetti pericolosi”, reato che nel frattempo si è prescritto, restano comunque indagati per omicidio colposo. Tuttavia l’indagine non sarà conclusa prima dell’estate 2008. Intanto il Coordinamento dei comitati, che nel frattempo si sono costituiti, continua ad aggiornare il drammatico elenco degli abitanti affetti dalle patologie incriminate: dal marzo 2004 pare si siano aggiunti altri 26 casi di cui però solo tredici potranno essere presi in considerazione dalla perizia in corso perché essa esamina solo due categorie: la mortalità degli adulti tra il 1990 e il 2003 e l`incidenza sui bambini tra il 1989 e il 2005.
Mi astengo dall’aggiungere commenti personali sulla vicenda, mi limito a ribadire la disponibilità da parte della Federconsumatori di Rimini, che da anni è schierata a difesa del cittadino nelle battaglie sull’inquinamento elettromagnetico, ad offrire informazioni più dettagliate sulle fonti scientifiche che mi sono limitato a citare in questo articolo.
di Fausto Bersani Greggio
consulente fisico della Federconsumatori sede di Rimini: Tel. 0541/779989, Fax. 0541/774156, email: rn.federcons@er.cgil.it