– Giuliano Cardellini di professione fa l’avvocato. E’ coraggioso, molto coraggioso. Ha la forza di mettere nero su bianco le inquietudini che lo
affollano. E le presenta in un libro (Raffaelli editore), sottoposto alle severe e taglienti lenti di amici e non solo. Forse le sue costruzioni hanno le stesse ragioni della scrittrice russa Marina Cvetaeva: “Di tutte le cose della mia vita io mi sono innamorata, e le ho amate, con l’addio, e non con l’incontro, con la separazione, e non con l’amore”.
Lo presenta, il libro, il 26 ottobre alla Tenuta del Monsignore, colline di Santa Maria in Pietrafitta (San Giovanni in Marignano). Inizio alle 20.45,
c’è la regia di Thomas Otto Zinzi, che stupì tutti coloro i quali nel dicembre del 2004 presenziarono all’uscita del primo libro, avvenuto in un accalcato Lavatoio, a Morciano. Questa volta, per ragioni di spazio, è stata scelta una sede più ampia, ma non meno bella.
Le pagine sono lette da alcuni attori in uno spazio scenico che ha l’intento di sorprendere a farle apprezzare. E’ un percorso che ti accompagna dall’ingresso fino al “centro”. Una serata da segnare nel proprio calendario, c’è anche la musica del Gruppo Aedon di Morciano, che ha in Stefano Marzi uno degli artefici.
Titolo, “nel godere dell’amore” (“nel”, rigorosamente in minuscolo), le trentasei poesie sono divise in due parti. Nella prima: sentimenti,
solitudini, passioni. La seconda, pensieri in libertà e ideali di vita.
Cardellini è un iper attivo. Porta avanti una montagna di hobby: gioca a pallacanestro (milita nella squadra di amatori Rhinos Morciano), fa teatro
(con una scuola-compagnia di Pesaro, con i quali la scorsa estate ha interpretato “L’Inferno” al “Malindi”, Cattolica), pratica il golf, fa l’orto e cura gli alberi da frutta.
Dice: “Il teatro, con la sua improvvisazione, mi dà la forza di scrivere poesie. Mentre la poesia mi dà la sfrontatezza di improvvisare senza paura sul palco di un teatro”.
Il suo primo libro fu scalpore autentico. Quando lo raccontò, gli amici esclamavano: “Cosa? Poesie d’amore!”. Non si vede tutti i giorni un professionista che si presenta con una raccolta dal titolo “Diciannove versi d’amore e una rosa”.
La presentazione, sempre in uno spazio teatrale, sempre curata da Zinzi, fu un successo straordinario, quanto sorprendente. Il libro ha vinto anche il Premio Parco Maiella. Sulla scrivania dello studio c’è il
bel trofeo: il “tolos’, una specie di trullo in stile abruzzese: pietre posizionate a secco le une sulle altre e rubate ai campi per poterli coltivare. Qualche volta le poesie sono pietre che opprimono, rimosse dal coraggio della mente.