SPORT E SOLIDARIETA’
di Enrico Del Prete
– “In Italia ci sono tanti sport, ma troppo agonismo esasperato… non c’è più il gioco. C’è solo il business… Il gioco è parte fondamentale della vita, insieme al nutrirsi, l’amare e l’imparare. Bisogna riconquistare il piacere del gioco… Il gioco è essenziale per l’educazione e la crescita civile e fisica. Ancora di più quando sei a contatto con persone diversamente abili e con problemi psichici… La diversità è un valore, anche se non va negata. Diventa punto di partenza e il gioco diventa lo strumento per creare stimoli, per socializzare e costruire un percorso insieme… Il basket è uno sport importante per un percorso coi disabili: implica delle regole, agisce nel cambiamento della postura fisica, si passa la palla… fare canestro è un atto di slancio che tende verso l’alto, verso il cielo…”. Queste sono solo alcuni concetti espressi da Marco Calamai supportato da filmati veramente emozionanti, dove si toccava con mano la sensibilità di un progetto carico di valenza professionale e umana.
Il 27 febbraio presso la sede dell’associazione Arcobaleno di Cattolica in collaborazione con l’associazione Valconca Over Limits onlus si è svolta una serata informativa riguardante il progetto “Il basket accoglie i diversamente abili”.
Il progetto già attivo nella nostra città da circa quattro mesi meritava l’attenzione e la divulgazione di cui forse fino ad oggi non ha goduto, oltre al tentativo di dare un sostegno concreto in termini economici al fine di garantirne la continuità e la completezza. La presenza di due relatori dai valori umani altissimi ha fatto sì che tutti i presenti, oltre a non perdere una parola dell’argomento, siano stati coinvolti da sensazioni ed emozioni molto forti.
Simona Fortini presidente dell’associazione Valconca Over Limits moglie di Gianluca Galimberti presidente dello Sporting Club Cattolica Basket, società sportiva attraverso cui si realizza il progetto, si è occupata per diversi anni di solidarietà a Bologna, città nella quale risiedeva assieme al marito prima del trasferimento nella nostra città.
Marco Calamai, nome noto agli appassionati di basket, ex giocatore poi allenatore della Fortitudo Bologna, laurea di filosofia in tasca, è il consulente strategico del progetto e si occupa dei rapporti con AUSL e associazioni, nonché della formazione degli istruttori ed educatori.
Da 11 anni lavora con la disabilità ed è referente regionale del C.I.P (Comitato Paraolimpico Italiano). Ma al di là dei titoli personali, entrambi sono genitori che tentano in prima persona di fare qualcosa per chi ha avuto meno fortuna nella vita.
Simona Fortini ha spiegato le finalità del progetto, ovvero di permettere ai ragazzi non normalmente abili di giocare per il piacere di farlo, esercitando il proprio diritto al gioco. Ha relazionato sull’andamento ottimale del progetto che vede già la presenza di oltre 30 ragazzi fra adulti e minori, soffermandosi sulle difficoltà economiche e burocratiche per sostenerlo.
Marco Calamai dopo aver dedicato l’apertura del suo intervento ad un tema caro ai presenti (insegnanti, genitori, dirigenti di società sportive), e cioè ai valori educativi e formativi dello sport che vanno oltre l’aspetto agonistico specialmente nelle piccole realtà come la nostra di Cattolica (dove il lavoro svolto dalle associazioni sportive è soprattutto rivolto ai settori giovanili), ha illustrato il progetto col supporto della proiezioni di filmati che rendevano appieno la concezione del lavoro svolto e da svolgere con i ragazzi disabili.
Ha inoltre messo l’accento sulla particolarità del progetto cattolichino unico in Italia in quanto si occupa di disabilità mentale. Gli esempi, i racconti, e la descrizione delle esperienze in questi anni di lavoro si possono riassumere in due frasi che hanno toccato tutti i presenti: “Un bambino in difficoltà può essere aiutato a cambiare se un adulto capace con occhi buoni gli dice: anche tu puoi giocare”. E ancora: “Il basket è lo sport ideale per questi ragazzi, si passano la palla e imparano a comunicare. Il pallone è la vita che ti cerca”.
Crediamo che tutti si siano un po’ arricchiti dalle parole di Marco Calamai e Simona Fortini, quando hanno spiegato che tutti questi ragazzi, spesso visti con una sorta di fastidio da una società disattenta di benpensanti che poco offre in tema di spazi e di progettualità integrativa, sono molto più aperti all’accoglienza di quanto lo possiamo essere noi. Forse veramente potremmo pensare che i “diversi siamo noi”.
In ogni caso l’esperienza è stata stupenda e oltre ai dovuti ringraziamenti agli ospiti della serata vorremmo mettere a disposizione di tutti coloro che vogliano donare un contributo concreto alla continuità del progetto e alla sua piena realizzazione la possibilità di farlo. Come? Attraverso la donazione del 5 per mille dell’Irpef nei modelli CUD 2006- 730-UNICO così come prevede la legge 266 del 23/12/2005 in materia di onlus. Si può sostenere l’Associazione Valconca Over Limits O.N.L.U.S. inserendo nei citati modelli il codice fiscale n. 91099970401. Grazie.