L’INTERVISTA
Faccio politica come servizio. E invito anche i giovani. A Bologna mi batto per Rimini, senza dimenticare i problemi generali. Crescita smisurata a favore della rendita
– Fatto gli interessi della Provincia di Rimini, senza dimenticare quelli generali. E, al di là delle differenze politiche, è stato fatto anche con gli altri tre consiglieri provinciali: Massimo Pironi, Gioenzo Renzi e Marco Lombardi.
Cinquantaquattro anni, sposato, tre figli, riminese doc, medico in aspettativa, Roberto Piva, con un’attenta campagna elettorale, è stato eletto consigliere provinciale nella lista dell’Ulivo nel 2005.
Perché fa politica?
“Mettersi al servizio, anche se l’immagine è stra-abusata, dall’apparenza vuota, fino a sembrare negativa. Mi sono sempre sentito di interessarmi al mondo che mi circonda. A Parma, università tranquilla, c’era un forte coinvolgimento dei giovani che volevano cambiare. E, a distanza di anni, ai giovani dico di non chiudersi, perché la comunità si migliora insieme. Sono partito da ragazzo, a 20 anni, come consigliere di quartiere. E da allora ho sempre avuto incarichi diretti, dall’elettorato e svolto la mia attività professionale. Oggi, c’è molta gente che vuole arrivare senza sottoporsi al giudizio dell’elettore”.
L’economista riminese Stefano Zamagni, prestigio assoluto, preside della facoltà di Economia e commercio a Bologna, dice che i riminesi si sono impadroniti di pensieri tristi, ovvero la testa nel cemento, qual è il suo punto di vista?
“Ho sempre detto di non consumare il territorio e questo vale per le nostre zone. C’è stata una crescita smisurata a favore della rendita e non del lavoro. Ma se è triste la nostra provincia, invito il professor Zamagni a farsi un giro da qualche altra parte. Penso che la crescita debba essere armonia e che l’urbanistica possa aiutare alla coesione sociale. Tirare su insediamenti senza servizi, dalla viabilità assurda, è un non senso”.
Che cosa ha fatto in Regione?
“Voglio partire da questo; ho un indice di presenza attorno al cento per cento. Sono vice-presidente della commissione Territorio, ambiente e viabilità e faccio parte di quella della Politica della salute. Ho cercato di fare avere più fondi alla sanità riminese, seppur ad un ottimo livello lamentava meno risorse rispetto a Cesena e Forlì. La nostra provincia, per il fattore turistico e congressuale, non può essere considerata un territorio di 290.000 abitanti. Ad esempio, mentre altrove accorpano i reparti d’estate, a Rimini avviene il contrario. Nel 2007 sono stati destinati alla nostra sanità 391 milioni di euro, più 8 per cento rispetto all’anno prima. Mi sono battuto per togliere il ticket di 10 euro. E lavorato per un fondo da destinare a persone non autosufficienti con più di 75 anni di età; arriveranno 17 milioni di euro, contro i 10 dell’anno prima. Sempre per restare nell’ambito della sanità, ho caldeggiato i defribillatori da mettere nei luoghi affollati, tipo supermercati. Facile strumenti da utilizzare che possono salvare la vita se si interviene in pochi minuti, Ho avanzato delle mozioni sulla Statale 16 e sull’annessione della Valmarecchia. E si sta lavorando molto per la Statale 16 e la metropolitana di costa. Esserci o no nelle commissioni ha un suo ruolo”.
Rimini ha ben 4 consiglieri regionali su 50, quasi il 10 per cento, come vi muovete?
“Quando si tratta di ragionare per gli interessi del Riminese ci si muove insieme. Qualche volta qualcuno ha posizione sue, ma fa parte del gioco dell’appartenenza”.
Come vede il Partito democratico?
“Visto il successo dell’Ulivo alle regionali del 2005 sono favorevole. Sono culture diverse che possono convivere insieme; bisogna stare attenti perché la gente non vuole litigiosità, la lotta per il potere. Noto un distacco enorme tra politica e cittadino. La prima è sempre più potere. Penso che sia più pronta la gente al Partito democratico che i vertici dei partiti, che mettono in campo le solite malizie. Se nel nuovo partito ci saranno i vecchi vizi, la gente non ci perdonerà”.
Qual è il peccato più frequente in politica?
“Correre per conservare le posizioni personali. Una volta eletti, più che essere a disposizione si pensa già a come riposizionarsi 5 anni dopo, che è un venir meno al mandato degli elettori. L’altro fatto negativo è la creazione delle divisioni, delle correnti, per alzare il prezzo. Cioè non ottengo, allora formo una mia corrente. Credo che sulle idee, anche con asprezza e serietà, ci si possa dividere, su cose meno nobili no”.
Che cosa non le piace della nostra provincia?
“Una provincia straordinaria con i suoi 20 comuni, con uno sviluppo urbanistico che ha creato difficoltà di mobilità. Poi, c’è il problema della sicurezza, troppi furti e rapine. Ci si sente sempre meno sicuri nella propria casa, nel proprio quartiere”.