– Ormai è un classico: la posta non ti arriva. Le assurde cattive abitudini di questo nostro piccolo paese, le pagano sempre e comunque gli utenti. Da molti giorni a San Clemente la posta non viene più recapitata nelle cassette. Non arrivano pubblicità, non arrivano i giornali presi in abbonamento, non arrivano le lettere d’amore, non arrivano le bollette, non arrivano gli assegni della disoccupazione e non arrivano quelli dell’assistenza sociale.
La cosa che l’educato cittadino fa normalmente è prendere il telefono e chiamare la sede competente che per San Clemente è Cattolica. Se va tutto bene e l’impiegato o impiegata che rispondono non hanno avuto contrattempi, si arriva a una pacata risposta con richiesta di attendere ancora qualche giorno.
Se invece è il contrario dalla cornetta una voce gracchiante ti informa che da quelle parti certe cose le sanno, che è l’ennesima telefonata che ricevono e che quindi sarebbe bene smettere di disturbare. Allora, pensa un po’, devi anche sentirti in colpa.
Ma il cittadino, specialmente se vittima del disservizio, intenderà anche che il giramento di scatole prende l’utente (o in questo caso il mancato utente). Ma l’Italia è un paese democratico, e per sua fortuna, il tapino nel frattempo può a seconda della situazione comprare il giornale all’edicola, cercare di capire che cosa gli ha scritto la morosa, o il moroso, cominciare a calcolare quanta sarà la mora che lui pagherà per il disservizio della nuova azienda privatizzata delle poste, chiamare i servizi sociali per bloccare l’assegno che non gli arriverà più e sperare in Dio, visto che quei soldi non è che glieli mandavano per sfizio.
Cittadini cornuti e mazziati si direbbe un po’ più a sud. E per riparare i danni di chi si fa pagare un servizio che poi non esegue è ancora l’utente che deve spendere il proprio denaro e i propri permessi per denunce, telefonate eccetera. Niente di nuovo sotto il cielo: “il popolo” conta poco per tutti. Chissà se quando questo giornale arriverà nelle edicole la situazione sarà sbloccata. Nel frattempo, sarà bene che i cittadini si organizzino e comincino, collettivamente, a chiedere i danni a chi li causa.
di Claudio Casadei