– Egregio direttore,
la disturbo nuovamente per qualcosa che solo sul suo giornale ha trovato spazio, ma che è un sintomo di come la “casta” dei politici (locali compresi) ha gestito le cose anche nella rossa San Clemente.
Sul numero di giugno di “San Clemente Informa” troneggia, in prima pagina, il titolo “Bando pubblico per area a San Clemente”. Si ricorderà che in precedenza avevo segnalato la concessione (a memoria di tutti coloro che conosco nel Comune, e sono tanti, senza bando e ad personam) per due chioschi di piadina sulla trafficatissima via Tavoleto e sulla rotonda dell’area industriale di Casarola.
Le risposte piccate del giovane sindaco furono quelle di dover venire in Comune a porre i miei quesiti senza cercare la verità sulle pagine della stampa. Sta di fatto che oggi, che quelle due attività si vendono, espandono e crescono senza controlli, si lancia un bel bando per un qualcosa di simile nella molto meno trafficata San Clemente.
Chissà quando l’amministrazione ha sbagliato: prima regalando “a pelle” qualcosa o adesso che ci manda a casa tutto il regolamento per poter partecipare. Sicuramente uno dei due casi è stato gestito con troppa leggerezza. Ma mi chiedo anche come ” le piccole vedette sanclementesi” di Obiettivo San Clemente non abbiano notato nulla di anormale in quelle concessioni: è forse che certe amicizie siano trasversali?
Qualcuno, come capita spesso tra i politici, penserà e ci racconterà che “i veri problemi sono altri” e magari nessuno penserà di regolamentare le esistenti concessioni raffreddando le iniziative “espansionistiche” degli attuali concessionari. In fondo la scommessa è una sola: a quanto lo danno San Clemente con una politica diversa dal resto del Paese?
Lettera firmata