– Signori e signore, ecco il vostro bronx! Inizio stupido vero? Mica poi tanto. Guardatelo bene il nostro bel territorio sanclementese. Leggete i giornali e scoprirete che finalmente qualche titolo San Clemente se lo merita. Peccato che non sia una fama delle più ricercate quella che si sta creando questo posto.
Lo sviluppo caotico e la ricerca quasi scientifica della peggiore periferia, puntualmente trovata, ha fatto sì che adesso vivere da queste parti non è più così gradevole. Viabilità ferma alle dimensioni di trent’anni fa e traffico immensamente aumentato rendono pericoloso percorrere la via Riccione-Tavoleto. Piccole enclavi di stranieri vivono la loro tranquilla esistenza al di fuori delle leggi italiane approfittando del fatto che tanto loro hanno poco da perdere e questo li rende impuniti ed impunibili. Ti ritrovi i nomadi in casa e guai a fare qualche mossa di difesa; i bar vengono svaligiati la notte da veri professionisti dello scasso e per strada le più classiche delle truffe con l’automobile vengono perpetrate ai danni di donne, ragazzi e anziani.
Certo, non bruciamo l’immondizia per le strade, abbiamo le scuole e gli asili; i centri sociali la parrocchia e qualche squadra di calcio. Ma questa è la normalità: è su quello che non va che bisogna concentrarsi. La speculazione selvaggia degli ultimi anni non poteva che produrre quello che una caotica e incontrollata antropizzazione ha prodotto in ogni altro luogo dove si è realizzata. Ci hanno regalato il nostro piccolo bronx che sta crescendo, mischiando fabbriche e case, debiti e lavoro, piccole truffe e pessimi costruttori. Un bronx che si sta popolando di maghi e ballerine, di confinati e badanti. Un benvenuto a tutti, e se sono il più acido degli indigeni provate a perdonarmi. Ma io il mio paese, il posto delle mie radici, lo amo e vorrei che tutti potessero viverci “in sicurezza”. E non mi sembra che qui si sia presa la direzione giusta. Sbaglio? Proviamo a parlarne.
di Claudio Casadei