– Un vero artista di fronte ad una tela bianca non si pone il problema di cosa mettere, ma di cosa togliere. Perché la tela-spazio è già piena di quel tutto rappresentato dalla realtà e dall’immaginazione. Dunque, la tela è il “luogo primario”, è lo “spazio sacro” da rispettare, dove si entra in punta di piedi perché luogo di creatività, cioè di futuro. Questo dovrebbe essere il criterio guida anche del buon amministratore pubblico quando progetta la città. A Cattolica, invece, c’è la mania di riempire, di cementificare, insomma di soffocare gli spazi. Basta vedere il piano del porto… luogo di privilegi e di speculazione.
La città è alla presa di una nuova vera e propria devastazione del territorio: nella zona del Macanno tra via Carpignola e lungo tutto l’asse di via Carlo Alberto Dalla Chiesa. Sembra di vederli i nostri Pazzaglini, Prioli, Gabellini, Gottifredi & C. su bulldozer imbizzarriti che spianano, abbattono. Con l’elmo unno, hanno con sè l’intera orda di giunta e maggioranza, novelli Attila che scorazzano felici dove c’è un po’ di verde per spianare tutto ciò che sa di ambiente.
Molti cittadini, prima disinformati sul progetto del complesso Video-Gioco-Sport, ora si stanno rendendo conto della sua portata devastante. E’ bastato che iniziassero i lavori con le ruspe che hanno spianato verde e alberi per qualche decina di migliaia di metri quadrati. Hanno preso paura per la vastità e l’invasività dell’intervento e stanno pensando cosa fare per impedirlo.
Evidentemente le due pagine colorate ed edulcorate dedicate al progetto sul giornalino del Comune di Cattolica, hanno imbiancato gli occhi solo a quelli che non hanno fatto un giro da quelle parti. Sembrava di leggere un fotoromanzo, ma sicuramente era un depliant del proprietario.
Sorge subito spontanea una domanda: dov’è l’interesse pubblico? Ristoranti, palestre, sale giochi, uffici… devono essere sponsorizzate dal pubblico? Passi per le sale cinematografiche… ma quelle si potevano fare senza tutto quel giro, rigiro e raggiro di terreni che hanno portato la capacità edificatoria del privato da 2.000 a 12.000 mq. … e stendiamo un velo pietoso sulle contropartite!
Già 1.200 cittadini avevano firmato una petizione contro l’opera. Si erano espresso contro: insegnanti, direttori didattici, parrocchie, ecc. Erano stati lungimiranti e sensibili. Ora la protesta può solo allargarsi, perché con i propri occhi si vede crescere un qualcosa che devasta, che è solo speculazione privata, che è solo un’altra colata di cemento.
In quella zona, già altamente urbanizzata, con un grosso supermercato e centro di servizi fondamentali per la città (ospedale, Rsa, centri sportivi), si aggiungerà un VGS che moltiplicherà l’inquinamento e il traffico. L’amministrazione comunale non ha avuto neanche il coraggio di richiedere la procedura di valutazione di impatto ambientale (meglio non rischiare…).
Questi signori, che fanno gargarismi continui con la frase “facciamo il bene della città”, non si preoccupano minimamente che questa colata di cemento e di tutto il casino che ne comporterà. Si colloca in mezzo a quattro scuole. Non si chiede che sappiano tutto sulle nano-particelle, perché magari pensano che si parli male di loro come politici, ma di emissioni di polveri sottili, che sono tossiche… qualcosa dovrebbero sapere. Ma forse conoscono meglio la saraghina e la mondanità dell’apparire. Ad ascoltare le motivazioni di questi “Lorsignori” dichiarate in Consiglio comunale, sui giornali, ecc. c’è da prendere paura. Non è solo l’ignoranza e il pressappochismo che spaventa, atterrisce il fatto che questi hanno in mano il governo della città e in un certo senso anche le nostre vite.
E’ questo il modello di uno sviluppo economico e turistico moderno? Ma leggete i giornali, vi informate sulle emergenze ambientali che potrebbero diventare catastrofiche? Siete aggiornati sulle richieste di un turismo moderno? Ma va scurgè tal lustre, mi diceva la mia povera mamma.
Con la devastazione di quella vasta zona, questa amministrazione ruba il futuro della città, cioè la possibilità di ampliare il polo scolastico e sportivo in un contesto armonico con il verde e l’ambiente. Quando si comincia a costruire si può solo continuare a moltiplicare il cemento. La storia della nostra città, e non solo, lo insegna.
In continuazione dicono che lo fanno per il bene della città. Denis Diderot scriveva: “Non basta fare il bene, bisogna anche farlo bene”. Insomma, cari amministratori ogni tanto cercate di odiarci, la città subirebbe meno disastri. Il vostro voler bene ricorda la canzone del Quartetto Cetra: “…e lui mi vuole bene, bene da morirrrr…”. Infatti il suo lui la buttò giù dalla Torre Eiffel.